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MEZZO SECO LO DI VITA VISTA

DALLA VETRIATA DI UN ESERCIZIO

P e r c h è il “ c a f f è d e lle c o lo n n e ,, m u tò il s u o n o m e in q u e llo d i “ c a f f è

n a z io n a le ,, - G li s p e t t a c o li p a s s a t i s o t to g li o c c h i d i u n v e c c h ie t t o in

2 0 8 2 1 p o m e r ig g i - D a l p r im o t r a m a c a v a lli a lla p r im a v e t t u r a a u t o m o b ile

Tutti i santi giitrni. e <la ben 57 anni, il dott. An­

gelo Ferrerò ra a prendere una tazza di caffè nel

consueto esercizio di via

1

*

0

; si sietle al solito tavo­

lino a fare la quotidiana partila a chiacchiere coi

vecchi amici e a rallegrarsi lo spirito guardando

fuori della vetriata la gente che sciama sotto i {tor­

tici. ('.he fiumana di gente è /tassala nei 20.821 /

m i

-

meriggi che il fedele cliente ha trascorso in questo

caffè! Quanti avvenimenti ha visto svolgersi da

questo curiosissimo osservatorio!

Il dottor Ferrerò è prossimo ai W. ma è svelto eil

arzillo; di corporatura minuta, di colorito roseo,

egli non denuncia il suo stato civile. Potrebbe dire

di avere pi

h

o

più di sessantanni eil essere cre­

duto. Ma giunto a questa veneranda età egli rutti

ha più la melanconica idea di alleggerirsi di anni,

anzi si gloria dei molti che /torta con tanta disin­

voltura. f ile di ricordi, di tutti i ricordi che af­

fiorano in i/uesto htcale che gli è quasi più caro

della sua stessa casa.

Naturalmente quando torna in ballo il /tassato —

e qui ritorna regolarmente ad ogni piè sospinto —

e i « ti ricordi » si succedono, allora interviene au­

torevolmente il dott. Ferrerò a dire: a ('osa vuoi

ricordare iu? Sei tro/t/to giovane mio caro: hai a/t-

/tena sor/tassata la settantina ».

Siccome tutto è fatto di pro/torzione ecco che anche

il nonagenario ha pienamente ragione di esprimersi

così.

È tutto un mondo sconosciuto che si scopre per noi

nelTascoltare i discorsi di questa allegra comitiva di

/tersone che eran giovani quando noi eravamo an­

cora nel mondo degli s/tiriti.

— Lo sa lei — è il dott. Ferrerò che /tarla — /ter-

chè questo caffè si chiama Nazionale? Non lo sa?

Glielo dirò io. Qui venivano i

ftat

rioli. qui venivan

('rispi. \intiera eil altri. ma non era sufficiente

questa clientela a far sì che il «('affi* «Ielle Co­

lonne ». così si chiamava allora, mutasse nome. Fu

necessario l'intervento di quei bravi ragazzi lì di

fronte — e l'interlocutore accenna all'Università.

— C'era una volta — egli comincia i suoi rat-conti

come si cominciali le favole — un assistente di fi­

sica. un tale ditti. V.est che capitanò una dimostra­

zione di studenti che scorazzò /ter tutta la via Po.

Cosa gridassero non ricordo; so che erano infiam­

mati di /tatriottismo come lo è sempre la bella e

sana gioventù. Quando al ritorno del corteo lo Zest.