

“ Arfcoretum Taurine*»* M dalla Maddalena
G rappo di “ C adrai deodara „ piantati noi novembre I t t i
cheggia il Faro della V itto ria colla bella statu a
del Rubino:
vigili la materna Alpe ed il fiume
Torino esalta in santità di jronde.
il sacrificio dei suoi figli ed il nome.
Nel Parco della Rimembranza che si estende
su una superficie di 420.000 mq. erano stati
già piantati 4 80 0 alberi commemorativi, d i
stribuiti in numerosi viali, piazzali e stradini
pedonali svolgentisi sui declivi della collina
e di essenze diverse (1) a seconda dell'esposi
zione e della natu ra del terreno che è per la
maggior parte assai povero.
Poiché la rilevan te superficie delle zone
comprese tra i viali e stradini, era soltanto
costitu ita da cedui di scarso valore, si ritenne
opportuno far sorgere su di essa un arboreto
al duplice scopo di migliorare esteticam ente la
regione e di costituire un campo sperimentale
per studi di dendrologia e specialmente di Sel-
vicu ltu ra. assicurando a Torino il v an to di
possedere, conte Firenze e V aliombrosa, uno
dei primi arboreti sperimentali d 'Italia.
È evidente la grande importanza che lo
Arboretum Taurinense
assume per l'Italia
settentrionale come base di studi per gli ad a t
tamenti delle diverse specie di piante ai te r
reni e climi della nostra zona, giudicandone il
valore culturale e la loro attitud ine alla p ro
duzione legnosa, sop ratu tto per la valorizza
zione dei terreni incolti esistenti nelle regioni
collinari e nelle prealpi.
Per ragioni sia tecniche che economiche i
piantamenti vennero effettu a ti con sistema fo
restale e cioè impiegando giovani piantine di
due e tre anni, provenienti in parte dai v iv a i
di Vallombrosa ed in parte da v iv a i p riva ti
specialmente dell'estero.
Per l'ordinamento dell’A rboreto. studiato
dal prof. Aldo P avari. D irettore della R. S ta
zione Sperimentale di Selvicu ltu ra di Firenze,
non si è potuto ado ttare nè il criterio siste
matico nè quello fìto-geografìco.
Il
terreno in fa tti, essendo di n atu ra more
nica. è molto variab ile e perciò bisogna ad a t
ta rv i le varie specie secondo le loro esigenze e
tenendo anche conto dell'esposizione; concen
trando cioè sulla pendice esposta a mezzo
giorno tu tte le specie più bisognevoli di calore.
Ove è stato possibile si sono sistematica-
niente raggruppati i generi principali non tra
scurando però i criteri estetici, cercando di
ottenere i più suggestivi contrasti di masse e
di colorì e mantenendo zone libere tra i di
versi gruppi al fine di conservare le linee di
visuale più interessanti.
(I) Drllr «franiti aove »perir: piatami» orrideotal»; olmo*
rampe*tri», reltu anatrali*. fraxinu» exerbior, acre plataooide*.
•eer rampeatri». qaerro» rotar, rarpinu» betulo*, dtoepyroa vir*
lU w .