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imperterrito a combattere per la causa sorretto soprat­

tutto dal pensiero della moglie, che i due coniugi con­

dividono gli stessi concetti già illustrati da Madame

de Staci e che Paolina ha difesi perfino in un romanzo

alsaziano

Le Iwaujardin.

Ne

Les tneules de Dieu

il Pange

vede « macinato » ila I)io le dittature per la nascita di

un’Europa federata, con un solo esercito e un parla­

mento rappresentativo di tutte le nazioni.

Ma la visita a Torino dei Pange è stata come una

specie di pellegrinaggio. Era la prima volta che si

fermavano non per poche ore soltanto nella nostra

città di cui si ripromettono di scrivere. Torino fu per

loro una grande rivelazione, la trovarono magnifica

neU'insiemc e nei particolari. Ammirarono le vie, le

piazze, le chiese, la Fiat, il Cottolengo. la collina,

cercarono negli edifici e nei musei le tracce dei Broglia,

nella chiesa di San Carlo dove c’è la tomba monumen­

tale, nel musco civico, mentre il palazzo Broglia in

via Alfieri non è più, essendo stato ricostruito sulla

stessa area l’attuale palazzo dei conti Valperga di

Masino.

Il

pellegrinaggio li condusse fuori Torino, a Chieri,

nel duomo, nella chiesa di San Domenico, dove ci

sono altre tombe di antenati, nell’avito palazzo di­

ventato poi seminario, con la chiesa annessa, dove si

trovano lapidi, pitture, iscrizioni, ritratti e stemmi in­

cisi nella pietra con il motto: « Pour l’avcnir »; a Ca-

salborgone dove si erge l’antico castello dei Broglia

ora dei conti Morozzo della Rocca; a Busano, vicino

a Rivara, dove ricercarono pietra per pietra le ve-

stigia dcU’antica abbazia fondata dai Gribaldi e pro­

tetta dall’Arcivescovo di Torino Mons. Carlo Broglia,

in quel delizioso paesello, pittoresco oltre ogni espres­

sione, e che sembra impersonare tutti i borghi agresti

non soltanto del Canavese ma dell'intero Piemonte.

Furono a Vezzolano, a Sant’Antonio di Ranversa, alla

Sagra di San Michele, a Superga. Tornarono a Parigi

meravigliati e scrissero commossi di non poter ormai

più dimenticare i bei giorni di Torino: « C ’est un sou­

venir de Paradis perdu... ».

Ora, mentre sorgono i primi albori della nuova

Europa, non farebbe bene Torino, e in particolare,

oltre la Città e la Provincia, l’Università e l’Acca­

demia delle Scienze, ad invitare in mia tornata solenne

questi due figli celebri del Picnic

,trizio e Luigi

Broglia, scienziati di fama mondiale che non sde­

gnano la loro origine torinese ma se ne fanno gloria,

e che la nuova Europa, superati i nazionalismi, riav­

vicina alla madre patria ? Anche perchè i Broglia sono

non soltanto due scienziati, ma pure due umanisti, due

pionieri della civiltà e seguono con fierezza il loro

motto che indica la strada a tutti gli uomini : « Pour

l’avenir... ».

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