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Il fumatore, in generale, non è una persona come

tutte le altre, la quale, in un determinato momento

e per alcuni minuti, si dedica alle delizie del tabacco.

Il cittadino comune, per il solo fatto di mettersi la si­

garetta in bocca, diventa un’altra persona. A qualsiasi

cittadino bene educato non verrebbe mai in mente di

alitare sul collo o sulla guancia di un vicino il proprio

respiro, ma se l’aria che esce dalla sua bocca e mista

a fumo, ecco che si sente autorizzato a soffiarla a pieni

polmoni addosso agli altri. Chi mai penserebbe, al ci­

nematografo, di svuotarsi le tasche delle briciole ri­

maste, o di spazzolarsi il fondo dei calzoni gettando

la polvere sulla pelliccia di una gentile signora chc gli

siede accanto* Nessuno; ma il gettare elegantemente

con un rapido tocco del dito la cenere della sigaretta

(magari con qualche bricioletta ancora accesa) sulla

stessa pelliccia è cosa chc non merita neppure il bana­

lissimo

scusi

di prammatica. Non parliamo poi di certi

distintissimi signori o di certe eleganti signore che

haiuio imparato da bambini chc a terra non si getta

mai niente, chc non butterebbero per terra un pezzetto

di carta a casa loro c forse forse neppure sul tram (di

questa risma in Italia ce ne sono pochi, pochissimi,

straordinariamente pochi, ma ce ne sono!) ma chc in

un’ora riescono a ridurre lo spazio chc circonda la

loro poltroncina al cine in uno stato pietoso. Quando

poi non arrivano addirittura a gettare il mozzicone

(acceso) addirittura due o tre metri lontano, senza

neppur curarsi di guardare dove va a finire, tutti assor­

biti dallo spettacolo o commossi dalla vicenda del film.

Sono cose chc tutti possono vedere ogni giorno,

e sono cose chc non dovrebbero verificarsi. Il porvi

rimedio è difficile, forse impossibile; ma per quanto

concerne l’aria e la sua respirabilità il rimedio esiste.

Le sale cinematografiche fanno pagare al pubblico

il divertimento chc offrono e la comodità per assa­

porarlo. Non esitano a studiare le forme di poltrone

più comode, più soffici, più agevoli; non esitano a

spendere milioni per soddisfare le esigenze di estetica

c di armoniosità. Ebbene, perchè non dedicano una

maggior cura al condizionamento o al ricambio del­

l’aria ? Gli apparecchi ci sono, funzionano benissimo,

ottengono lo scopo desiderato. Eppure l’aria condi­

zionata non c’è in tuuc le sale cinematografiche; l’aria

depurata a sufficienza non esiste che in pochissime sale.

Credono i proprietari di cincimtoirrafi chc non

sarebbe una bella reclame per la piopiu sala il far

sapere chc può godere lo spettacolo anche chi non

ama trovarsi nell’atmosfera puzzolente del fumatore ?

E se i proprietari di cinematografo non sono con­

vinti di ciò, chi ha cura dell’igiene c della salute pub­

blica non potrebbe cercare di convincerli ? Come ci

sono certe disposizioni per la capienza c per la sicu­

rezza, così potrebbero essercene altre per la salubrità

dell’aria. Non sarebbe il caso di pensarci ?

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