

più o meno con gli stessi caratteri tipologici, sino
all'inizio di questo secolo.
Gran parte di tali edifici fu successivamente ri-
qualificata, con interventi differenti caso per caso,
che vanno dall'intervento complesso di ampliamen-
to e di trasformazione dell'edificio negli standards
dei villini coevi della zona (III.2.3.), sino ad inter-
venti minimi di riattamento funzionale e decorativo,
come rintonacatura delle facciate, con decorazioni
ad affresco e a graffito, bordatura della sporgenza
del tetto (« pantalera ») con « lambris » di legno rita-
gliato, adattamento di una parte dell'orto a giardinet-
to, con pergolato di vite (« topia»), «pinnacolo» e
qualche sempreverde aromatico.
In molti casi la riqualificazione avvenne ad opera
degli stessi proprietari, passati dalla condizione con-
tadina alla condizione di lavoratori in città, dediti
alla cura dell'orto e del giardino nel tempo libero; in
altri casi la riqualificazione avvenne ad opera di cit-
tadini di ceto popolare o piccolo borghese che acqui-
starono l'edificio e il fondo per farsene una «campa-
gna».
III.2.3. Villini.
Sono piccoli edifici, generalmente unifamigliari,
improntati a caratteri di relativo decoro, circondati
da giardino e orto.
Vennero edificati in prevalenza nell'ultimo quar-
to dell'Ottocento e all'inizio del nostro secolo e ri-
sposero alle esigenze di residenza, estiva o perma-
nente, di famiglia medio o piccolo borghese citta-
dina.
Furono realizzati, in taluni casi, mediante am-
pliamento e ristrutturazione di una casetta agricola
(« ciabot», punto III.2.2.) preesistente; in altri casi
furono realizzati per edificazione ex novo, in uno di
quei lotti agricoli di piccola dimensione, disponibili
nella ridente conca di Cavoretto più che altrove,
come si è visto. Negli aggregati di casette e villini
adiacenti al paese ( cfr. schede « piccoli nuclei » del
Q. 22) sulla Strada del Fioccardo e sulla Strada dei
Ronchi, i lotti derivarono in parte da lottizzazione di
proprietà preesistenti.
Gli edifici presentano caratteri distributivi e tipo-
logici molto semplici e ricorrenti: manica semplice
con o senza corridoio, sviluppo su più piani sfrut-
tando i dislivelli del terreno, locali di soggiorno af-
facciati sul ripiano principale del giardino.
Nel collocamento dell'edificio, nel suo collega-
mento con la strada e nell'organizzazione del giardi-
no (o dell'orto-giardino) vengono ripresi, in tono
minore e in scala ridotta, criteri e caratteri propri
delle « vigne » e delle ville di maggior decoro
- l'edificio è collocato ed il giardino è struttu-
rato in modo da defilare agli occhi indiscreti di chi
percorra la strada le zone di soggiorno nella casa e
nei giardino
— l'ingresso principale sulla strada è sottolinea-
to da un elemento architettonico di una certa rile-
vanza, come un cancello fiancheggiato da «piloni»,
o come una portina coperta da un piccolo terrazzo
sporgente
— il percorso di ingresso è spesso coperto da un
pergolato; in ogni caso un pergolato e un « berceau »
non possono mancare nel giardino, coperti con viti,
con glicine o con le caratteristiche roselline senza
spine
- dal muro di cinta o dalla balaustra del terraz-
zo emergono verso strada le masse arboree piantate
nel giardino; ricorrono tuttora specie care al gusto
tra Ottocento e Novecento, specie esotiche termofile
bene adattate a questa conca protetta e solatia, come
lauri, lecci, magnolie, nespoli, sofore, cameropi e
persino piante di banane.
Come è stato premesso, siffatta ripresa di carat-
teri compositivi e stilistici in edifici coevi diversi per
natura e decoro e la relativa continuità nel tempo di
taluni caratteri hanno contribuito ad amalgamare,
nello stesso ambiente, presenze architettoniche ete-
rogenee e di varie epoche.
III.2.4. Piccole «vigne».
Si contraddistinguono dagli edifici descritti ai
punti precedenti per una relativa complessità di co-
stituzione e di organizzazione anche nei casi più
semplici; sono organicamente costituite da una resi-
denza padronale (o « civile »), da locali per abita-
zione dei contadini e da locali per usi agricoli
(« rustici »).
Per i caratteri intrinseci e di collegamento degli
edifici con l'ambiente agricolo si rimanda al punto
III.2.2. della relazione sui complessi « V » , nei quali
le « vigne» costituiscono elementi caratterizzanti e
di grande importanza.
III.2.5. Ville.
Vengono fatti rientrare in questa categoria edifici
residenziali realizzati nei complessi in questione
durante l'Ottocento e all'inizio del Novecento. Si
distinguono dai villini (punto III.2.3.) per scala,
decoro e ampiezza del giardino o del parco; si di-
stinguono dalle « vigne » (punto III.2.4.) per il costi-
tuire volume residenziale isolato e indipendente da
eventuali rustici, collocati relativamente lontano o
defilati allo sguardo rispetto agli spaq principli di
ricevimento e di soggiorno.
Le ville otto e novecentesche sono state preva-
lentemente inserite nel complesso in questione in
posizioni panoramiche e dominanti
- isolate, come la villa sulla dorsale Cavoretto-
Fioccardo, a monte dello sbocco della Strada del
Campagnino
— in sequenza, come le ville sulla dorsale che
divide la Valle dei Ronchi, tra i «tetti» Gramaglia e
i «tetti» Rubino.
Rispondono alle esigenze di residenza, con no-
tevole decoro, di una famiglia della media e dell'alta
borghesia cittadina: presentano in conseguenza, a
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