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ne concepita e presentata quale monumento votivo e

celebrativo, dedicato dal neo re (di Sicilia e poi di

Sardegna) alla Vergine, « in pubblico attestato...

delle segnalatissime grafie » ricevute « dalla Sua

Real Casa e dai Suoi Stati » (

2

) per la liberazione di

Torino dall'assedio e per « l'espulsione dei nemici » (

3

).

Date queste intenzioni, l'ubicazione della basilica

sul colle fu quanto mai appropriata. Come fece rile-

vare il Carboneri, la collocazione della basilica rea-

lizzò il requisito fondamentale indicato da Leon Bat-

tista Alberti per un monumento celebrativo, di esse-

re « undevis praeclare conspicuum » (di essere molto

chiaramente visibile da ogni direzione) (

4

).

La basilica venne a costituire, su scala geografi-

ca, un polo fondamentale e caratteristico di riferi-

mento, segnante Torino e il centro ideale del piccolo

stato nel paesaggio di tutto il Piemonte centrale,

dalla pianura di Torino all'arco alpino (tra Biella e

Saluzzo), alle zone alte della collina del Po e del

Monferrato.

Su scala corografica e più ravvicinata, la Real

Basilica, stagliata sul cielo e isolata in cima al colle

boscoso di Superga, divenne uno dei principali poli

esterni di allineamento scenografico nel prestigioso

disegno a raggiera dei «contorni della capitale» sa-

bauda, disegno via via vagheggiato, arricchito e rea-

lizzato sotto la regia degli architetti ducali e poi regi

(lo stesso Juvarra dal 1714 al 1733).

La basilica venne a costituire fondale di allinea-

mento verso Oriente alla Strada Reale di Rivoli,

vialone rettilineo di tredici chilometri, tracciato e

realizzato ad inizio Settecento per fornire un accesso

più diretto e prestigioso alla città dalla strada di

Francia, attraverso la val di Susa, il Moncensio e il

Monginevro; il fondale opposto della strada verso

Occidente fu costituito dal Castello Reale di Rivoli,

in ricostruzione in quegli anni per opera dello stesso

Juvarra. In adiacenza alla basilica venne eretto.

contemporaneamente e sempre su progetto e di-

rezione dello Juvarra, il grande edificio della « Casa

dei Religiosi» con addossato, verso Oriente, il

corpo iniziato e mai terminato dell'« appartamento

reale».

Nella seconda metà del Settecento vennero rea-

lizzate sul colle e nella basilica opere complementari

di grande importanza in rapporto alle funzioni e ai

valori illustrati di luogo religioso, votivo e celebra-

tivo ad un tempo, per lo stato e per la casa regnante

- la strada di cresta da Sassi a Superga venne

allargata e resa agevolmente percorribile, in parte

con nuovo tracciato, da carrozze e dal « corteo

reale »

— l'ultimo tratto in leggera curva di tale strada,

dai «tetti» Givanin al piazzale della basilica, venne

attrezzato ad itinerario devozionale con le quindici

cappelle del Rosario

— i sotterranei della chiesa vennero sistemati,

dopo il I733, su progetto Ma

rt

inez, a tombe reali.

Durante la prima metà dell'Ottocento, come ri-

sulta dai dettagliati rilievi catastali del

PLAN GEO-

METRIQUE I de la Commune de l TURIN [...],

1805, alla nitida

[Carta det R. Corpo di Stato Mag-

giore],

[I854], la basilica con l'adiacente Casa dei

Religiosi appare ancora isolata e solitaria, quale era

stata pensata e realizzata dallo Juvarra sulla cima

spianata del boscoso « monte di Superga ».

I boschi si estendevano uniformi e continui nei

versanti collinari che fanno capo a tre dei quattro lati

della spianata da cui emerge il complesso basilicale

(i lati occidentale, settentrionale e orientale): come

ci testimoniava il Paroletti nel 1808, i caratteri di

«grandiosità», «nobiltà» ed «eleganza» della chie-

sa risultavano evidenziati dal rapporto con il caratte-

re « naturale del luogo » e con « la massa piramidale

della collina» (

5

). Lungo il tratto meridionale della

spianata, nel versante solivo dell'alta valletta del rio

Cantamerlo, erano invece prati e campi, tangenti

alla mulattiera che porta direttamente ai « tetti »

Givanin.

Coltivato a vigneti e vigne campive era anche il

versante meridionale-occidentale della breve dorsale

in curva, che collega la cima di Superga con la insel-

latura dei « tetti » Givanin predetti: tra le coltivazioni

erano gli edifici isolati di quattro o cinque « vigne » .

Lungo il tratto di strada con le cappelle del Rosario,

risultava un solo edificio rilevante, designato dal

PLAN GEOMETRIQUE I de ta Commune de l TU-

RIN [...],

1805 come «ferme Simon» e dalla

[Carta

det R. Corpo di Stato Maggiore],

[1854], come

«l'osteria»; sul crinale in curva era la sola chiesetta

parrocchiale con il piccolo cimitero (ristrutturata e

« ornata» da Carlo Alberto) collocata però ben di-

scosta e defilata dalla basilica, al limite del lungo

piazzale (

6

).

Nella seconda metà dell'Ottocento e poi soprat-

tutto ad inizio Novecento con la realizzazione della

tramvia (prima a funicolare e poi a dentiera), sul

colle di Superga sorse un certo numero di nuovi

edifici. Questi però, posti ad una certa distanza dal

culmine della collina e dal suo crinale principale,

non vennero a turbare in modo grave il tradizionale

valore di isolamento e di dominanza della basilica

sulla massa piramidale della collina boscosa, vista

dalla pianura. Si trattò essenzialmente

- di alcuni villini e casette poste lungo il tratto

di strada con le cappelle del Rosario, prevalente-

mente sul lato a valle

- dell'espansione dei «tetti» Badan, posti ad

una certa distanza, a valle del tratto di strada predet-

to

- di due ville, della stazioncina con il ristoran-

te e dell'edificio dell'Opera Provinciale per l'Infan-

zia, in prossimità dell'arrivo della tramvia.

Numerose edificazioni recenti, dal dopoguerra,

vennero invece a turbare gravemente il carattere del

colle in rapporto alla basilica: le ville con giardini

poste sul crinale sotto la parrocchia e lungo il tratto

di strada con cappelle; l'ampliamento e la sopraele-

vazione dell'antica «osteria»; il proliferare un po'

ovunque di antenne di ogni forma; la presenza più

lontana, ma non meno disturbante, degli edifici di

vario tipo costruiti sul crinale ad Oriente dei « tetti

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