Table of Contents Table of Contents
Previous Page  82 / 336 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 82 / 336 Next Page
Page Background

- 56 -

rare.

fu infeconda quella costante attività, imperocchè un primo

glorioso risultato ne ottenne il La Marmora col procurare alla ca–

rabina, usata allora, un man eggio più rapido e più esatto, merc è

una perspicace inno vazion e di congegni.

Esaminando i parecchi vantaggi che dalla nuova arma potevansi

trarre, inferi tosto la possibilità di ordina re un corpo speciale di

cacciatori nell 'esercito.

Dopo lunghi e dispendiosi viaggi in Inghilterra, nell'Annover,

in Baviera, in Sassonia, nel Tirolo, fatti allo scopo di raccogliere

nozioni utili e con facenti alla sua idea, reduce in patria ottenne,

non senza gravi ostacoli, di poter ordinare la nuova milizia, dalla

quale egli con molto fondamento di ragione si riprometteva grandi

vantaggi.

Pochi anni dopo, infatti, l'o rdinamento dei

'Bersaglieri

«

sua crea–

zione e suo vanto » era opera compiuta; e il La Marmora che a

cost ituirli vi aveva pro fuse quasi tutte le sue sostanze, ebbe per

comp enso il comando del nuovo Corpo, che Re Carlo Alberto gli

concedeva il

21

giugno

1836.

La fama militare del Piemonte s'era accresciuta di nuova corona,

e non tard ò la guerr a del

1848

a offrire vasto campo ai bersa–

glieri di provare l'eccellenza delle loro manovre, dclloro coraggio,

della loro disciplina, compendio glorioso della migliore riconoscenza

ch'essi potevano testimoniare al loro generoso comandante.

Tenente-colonnello il

30

gennaio

1840,

colonnello il9 aprile

1844,

il

La Marmora combatteva 1'8 aprile

1848

a Goito la prima bat–

taglia per l'indipendenza d'Italia, gu idando alla vittoria i suoi fidi

bersaglieri. In quel primo fatto una palla tirolese lo colpiva alla

guancia fracassandogli la mascella.

Benchè

così gravemente ferito e

gro ndante sangue in g ran copi a, il prode soldato non n'ebbe sgo –

mento; sorreggendo la guancia colpita colla mano sinistra tenne

sempre sguainata colla destra la spada, e coll' esempio e col gesto

mantenne vivo l'ardore dei suoi

finch è

la

vittoria non gli arris e

tutto il suo tri onfo.

Costr etto per guarire a lasciare il campo e fermatosi per qualche

tempo in Cremona, occupò l'ozio della convalescenza scrivendo

dalle sponde dell'Oglio

iII

maggio

1848

un opu scolo dal titolo:

A l–

Cime norme sul fucile di fanteria , e particolarmente del piemontese.

Le

poche e confuse righe,

com'egli mod estamente ebbe a chiamarle,

e che compendiava no gli studi da lui fatti per ben

25

anni al ber-