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saglio militare, le dedicò ai
giovani del!' Ateneo torinese,
accorsi con
nobile slancio ad ingrossare l'esercito.
Non si tosto la ferita gli fu rimarginata, e comunque non po–
tesse ancora parlare e nutrirsi se non con molto stento, si fece
stringere la mascella in un cerchio di ferro che gli cingeva tutto
il capo, e cosi medicato recossi al quartiere generale a riprendere
attivo servizio.
Il 27 luglio 1848 fu promosso maggior generale, ispettore del
Corpo dei bersaglieri e comandante una brigata di avanguardia che
durante l'armistizio di Milano tenne raccolta sulla frontiera di Pia–
cenza.
Riprese le ostilità, fu preposto all'ufficio di capo dello Stato Mag–
giore il 15 febbraio 1849 ed ebbe gloriosa parte al fatto d'arme
di Mortara, dove sotto di lui caddero colpiti due cavalli e gli toccò
lcggiera ferita ad una gamba. Narrasi che quando l'esercito operava
la
ritirata, il generale La Marmora, rimasto a Novara uno degli
ultimi, e vedendo avvicinarsi gli Austriaci, andò a cavallo a collo–
carsi con due ordinanze sul. ponte fuori Porta Mortara. Le vedette
nemiche a quella vista, supponendo d'aver contro grosso nerbo di
forze, sostarono, e la marcia delle truppe austriache fu per un mo–
mento sospesa. Ciò dette tempo ai Piemontesi di sgombrare Novara
senza essere mol estati, grazie al sangue freddo e all'audace strata–
gemma del generale La Marmora.
Poco tempo dopo, nell'aprile 1849, cooperava col fratello Alfonso,
dalla parte del Bisagno, alla resa di Genova, e il 7 novembre as–
sumeva il comando provvi sorio di quella divisione militare, che
gli venne effetti vo il 25 luglio 18)2 quando fu promosso luogo–
tenente generale.
In quella nuova carica seppe il La Marmora combinare alla
lealtà
più sincera, alla delicatezza più squisita, quella maschia energ ia
a lui tutta propria, che gli valsero ben presto la stima migliore e
l' affezione
più
cordiale dell'intera popolazione.
Era cavaliere mauriziano fin dal 182
l
'e fregiato della commenda
dell'ordine stesso dopo la gloriosa fazione del ponte di Goito. Nel
18)2, quando attendeva a diri gere le brillanti azioni campali di Dego
e Montenotte, per esercitazione del presidio di cui teneva il co–
mando, Re Vittorio Emanuele II gli conferi il gran cordone del–
l'ordine supremo dell' Annunziata.
Decorato della medaglia al valore, ebbe ' più tardi la cro ce di