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ma siccome questi non aggiungerebbero nulla

a quanto già si conosce, così me ne passo.

Non voglio però tacerne uno che da sè solo

basta a provare in modo incontrastabile la

fabbrica della majolica in Torino nel 1575.

E questo è l ’ordine del duca Emanuele Fi-

liberto (5 di nov. 1575) di pagare ad Antonio

Ardouino, ingegnere ferrarese, scudi 171 che

questi aveva spesi «

per la fabbricha delle

«

botteghe del Palazzo di pò dovè a

p.te

« (presente)

si fa la magiorica

». E basti

per ora di questa fabbrica torinese, della

quale parlerò nuovamente a tempo e luogo

opportuni.

Qualche anno più tardi fu introdotta que­

st’arte in Asti da Simone Fasola di quella

città, e Cario Emanuele I con RR. PP. date

in Torino il 18 di luglio del 1581 proibiva

« ad ogni persona di qual stato et conditione

« si sia che durante il tempo di dieci anni

« prossimi et continui non babbi ne debba

« far ne far fare ne smaltir tanto in publico

« che in privato nella detta città nostra d’Asti

« et suo contado alcuna sorte di

vasi di ma ■

i orica et turchini di terra

salvo di quelli

« che saranno fabricati a nomme di detto

« Fasola sotto pena della perdita di detti vasi

a

et di acuti cento per ogn’ vno et ogni volta

« che contrafarà ecc. ».

Nei principio del secolo X V II si hanno altre

notizie della fabbrica di majolica in Torino.

Colla data del 2 di luglio 1612 Carlo Ema­

nuele fa pagare 200 ducati d’oro <

a Fran­

cesco Mignata per aiuto della fabrica

«

della maiorica ch'egli ha da introdurre

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