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— Consulti, mi diceva il mio oppositore, il

D

uche sne

(

Essai sur les nielles,

etc., Paris,

1826 ) a pag. V I I I , dove dice : « J’ai ren­

contré parfois des pièces qui ont été considé­

rées comme des épreuves de

nielles

par ceux

qui en étaient possesseurs

».

— Bene, saranno

stampe comuni, ed io non voglio confonderle

colle prove delle

piastre da nielli.

Ma quale

autorità può avere uno scrittore che fa una

lunga ciarlata (Op. cit. p. 92) per cercare le

origini della voce

niello,

e per conchiudere

che questa sorta di lavoro anche in francese

si deve addimandare

niello;

che ignora il

trattato di

Teofilo monaco,

e che commette

tanti errori e tante omissioni nel suo libro

sui nielli degli orafi fiorentini ? Io, veda, pre­

ferisco il nostro

C

icog n ar a

,

che ha trattato

tanto bene questa materia e riveduto le bucce

all’autore francese; ma ciò nondimeno, citerò

alla mia volta anch’ io il signor

D

uch esne

.

Senta che cosa scrive alla pagina V I. « La

« description de chaque nielle est toujours

« terminée par sa mesure, en pouces et en

« lignes du Pied de Paris. A la suite, j ’ai

« fait connaître si la pièce décrite est un nielle

«

originai d

argent,

une

empreinte

en

« soufre, ou bien une

épreuve

sur papier ».

Non le pare che il signor

D

uchesne

abbia

scritto questo passo per darmi ragione ? Dun­

que, conchiudo, i sei

Nielli

non sono —

D i­

segni per i Nielli

— come dissi; ma non

sono neppure

Nielli

come suona il vocabolo.

Sono «

impronte di Nielli su carta »

come

Ella propriamente li ha chiamati addietro,

« ou bien des

épreuves sur papier »,

come

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