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rebbe per questo di essere

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iacom o

de

A

l l a d io

,

o

A

ll a d io

d'Alba,

soprannominato

M

a c r in o

d

’ A

lb a

, come ho con documenti

irrefragabili provato.

Pag.

217.

— B a r naba da Modena — . Alle

notizie già date intorno a questo eccellente

trecentista posso aggiungerne un ’ altra im­

portantissima. Ma prima, confermo quanto ho

detto (p.

217),

cioè che il cognome di lui non

è

Serafini.

Che sia stato imitatore di Giotto

si vede dalle sue opere. « Che, come

allievo

«

del Giotto

fosse tenuto in gran conto nella

« Toscana stessa »

(Indicazione sommaria

dei Quadri... della R. Pinacoteca di To­

rino,

1879),

non sono guari persuaso, perchè

non sono persuaso che B arn aba fosse allievo

di Giotto morto nel

1336.

Ma, comunque sia,

veniamo alle pitture di Barnaba. Ho detto

(pag.

218)

che in

S.

Francesco di Pisa è una

tavola, ma il Da Morrona

(Pisa illustr.

,

ediz. I, III,

73)

dice che al suo tempo ve

n’eranodue. Il D ’Agincourt nella tav.

c x x x iii

,

della pittura, dà un dipinto di Barnaba col­

l ’anno

1374.

In Bologna esisteva una tavola

di lui del

1367,

che ora è nell’ Istituto Arti­

stico di Staedel a Francoforte sul Meno. Ha

la scritta:

BARNABAS . DE . MUTINA . PINXIT . MCCCLXVII.

Ora vengo alla notizia importante. Barnaba

fu chiamato a Pisa per dipingere nel Cam­

posanto. Ciò è detto chiaro da un documento

pubblicato dal Bonaini

nell'Arch. Stor. Ital.

(V I, P. I, 930) e ripetuto nell’opera

Memorie

inedite

ecc. (Pisa, Nistri 1846, p. 102), che

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