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drale ed ora nella sala maggiore del Comune.

Sotto un padiglione, sostenuto nei lembi da

due vaghi angioletti, sta la Madonna col

Bambino, al quale S. Anna porge un flore

e S. Giuseppe un pomo. Ventiquattro tavo­

lette, tutte di mano del

Macrino,

fanno con­

torno alla tavola maggiore, sopra la quale è

una lunetta con l ’Annunziazione. In questa

stessa sala è un’altra tavola del Macrino,

molto pregevole, con la scritta — MACRI-

NVS . 1501 — .

Un’altra opera del Macrino era , secondo

il Piacenza

( I v i

, p. 44), una pittura a olio

sul muro di una casa già degli Agostiuiani,

posta a mano sinistra di chi dalla parte del

Tanaro entra nel vicolo che conduce alla

porta del giardino del convento. Il Vernazza

possedeva « un bellissimo disegno fatto ad

« acquerello, firmato co’caratteri

G. Machrino,

*

dal qual disegno, che pare rappresenti la fa-

« vola d’Èrcole e Anteo, chiaramente si scorge

« con quanta forza e fierezza il valente nostro

< pittore disegnava, ecc. »

(Iv i,

p. 46).

Nella Pinacoteca R., oltre le due nominate,

si conservano altre sei tavole del

Macrino,

segnate coi numeri 33, 34, 36, 37, 40 e 41

bis,

e due della scuola, n. 45 e 46.

Nella Mostra sono pure altre tavole attri­

buite al

Macrino

segnate coi numeri 40 e 50

nel salone e coi numeri 77 e 83 nella Sala

sesta. Ma fra tutte pregevolissima è l ’ancona

di Moncalvo (n. 40) della quale ho parlato

alla pag. 215. Leggo nella notizia sul

Ma-

crino (Indicazione somm. cit.,

pag. 86)

che si parla, sulla fede del Lanzi, di un

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