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O R I N O

ASSEGNA MENSILE DELLA CITTA

«0 XV

N O V EM BR E 1935 -X IV

N U M ERO 11

S O M M A R I O

LARMA D€l CARABINIERI REALI Luciano M..lo IL CONGEDO

DEL MAESTRO FEDERICO COLUNO DAL CONSERVATORIO

VERDI Filippo' Bruto -l OSPEDALE AMEDEO DI SAVOIA

R.no

Molino ■VITA CITTADINA ■FRA I LIBRI •VIE. PIAZZE E CORSI

DI TORINO ILLUSTRATI Gì bu. MOTTI STORICI SABAUDI COM-

MENTATI ED ILLUSTRATI Riccardo A Ma.m, -STATISTICA

ARMA DEI C A R A B I N I E R I REAL

I

giugno

u. s. Torino celebrò in modo

veg ­

nente solenne il 121°

Annuale della fondazione

Arma dei

Carabinieri Reali e con ammirabile

sodi alto

patriottismo e di nobile riconoscenza,

elevazione

fu specialmente dedicata alla vene-

imemoria dell'Augusto istitutore: Sua Maestà

:ono Emanuele I.

II magnifico

Tempio della Gran Madre

di

Dio

r.o«

Ordo

popolusque Taurinus ob adventum

is». e che

ora è il sacrario dei Torinesi caduti

a

Grande

guerra, fu la mèta ed il convegno di

j i Carabinieri

Reali residenti nella C ittì, che

donarono

attorno alle massime Autorità, tra

quali

spiccavano: Sua Eminenza il Cardinale

■vescovo.

Sua Eccellenza il Maresciallo d'Italia

rdrno. S.

E.

il

Prefetto, il Podestà

ed

il Segre­

ti

Federale.

Un superbo

reparto di imponenti Carabinieri,

liti del

caratteristico costume del tempo del-

ituzione

dell'Arma

(13

agosto

1814),

rendeva

onori

ed

il Cappellano militare Padre Soleri

nunziava

dal pergamo un elevatissimo discorso,

"do

magistralmente rifulgere le intrinseche

ii di questa

Istituzione che l'Italia deve alla

pzza e

genialità del Sovrano alla cui memoria

egno di

devota gratitudine fu in quel giorno

so

deposta

dal Generale Comm. Cesare Cantò,

ttore

della Zona, una corona d'alloro sulla

del monumento che lo ricorda ai posteri.

Quest Arma i quindi non solo Italiana, non

Piemontese, ma Torinese, poiché il primo

ibimere Reale usci da quella Caserma ove, dopo

«colo e quattro lustri, ha ancora sede il Co­

te della primogenita sua Legione e che si inti­

mi nome del valoroso Capitano piemontese

rfFredo Bergia.

Era quindi doveroso che la Rassegna mensile

luesta Città, che ha fra i suoi scopi quello di

trare le più importanti istituzioni cittadine,

capasse anche di questa che. per le sue foo-

entali caratteristiche, non solo rimase immu-

nei suoi pnncipii. ma seppe nell'espiica-

* della sua azione entrare, per cosi dire.

) coscienza del popolo di tutta la penisola

die Colonie, differenziandosi nel modo più

feto da tutte le istituzioni del genere degli

1Stati e raccogliendo tale intensa ed unanime

•edi stima, d'affetto e d'ammirazione da gua­

rn ì il nome di

Benemeriti per

antonomasia,

iconosce

intimamente le ataviche

tradizioni

Istituto • le sue atte funzioni nella vita

chi

ne considera l'opera assidua costarv-

nvoda al pubblico bene durante tutte

!vicissitudini di ur periodo uttrasecotare.

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che

fu il più

denso di gloriaci avvenimenti, e chi

riflette

al

prestigio ed alla popolarità che, basan­

dosi sempre sulla più assoluta legalità, questo

Istituto si è procurato, comprenderà facilmente

conte ciò abbia particolare importanza, speciedato

Questa è

la

più positiva conferma

della

saldezza

dei suoi principii fondamentali, principii che l'Arma

persegue assiduamente mantenendo gelosamente

inalterata la sua perfetta linea di rigorosa ed im­

peccabile azione morale, sociale, politica e spe­

cialmente militare.

Ho detto « specialmente militare » poiché

questa

è

la sua fondamentale caratteristica alla

quale principalmente deve il prestigio che giusta­

mente la circonda, tanto che la sua storia si fonde

con quella dell'Esercito, di cui

è

la prima Arma

e con quella della Nazione, della quale

è

il primo

presidio. Di essa infatti il Capo del Governo,

Benito Mussolini, il

24

giugno

I92(

"amente

così disse: «

Ho

visto e

constatato una bionde soli­

dità spirituale, segno certissimo che l'Arma primo­

genita e

benemerita

è sempre nella linea delle sue

grandi e gloriose tradizioni ».

Le ragioni che indussero alla istituzione di

questo complesso organismo traggono la loro

origine dal concetto della legittima difesa contro

ogni manifestazione che comunque danneggi le

funzioni dello Stato nello sviluppo del loro costante

cammino verso la perfettibilità.

Andando a ritroso nella storia dell’Arma, noi

vediamo che dall'istituzione dei

Vicariati del Ducato

di Savoia

risalente al

1435,

si viene a quella del

Capitano di Giustizia

fatta da Emanuele Filiberto

nel

1573,

notando che già fino da allora tenevasi

in sì alto concetto tale carica, da accordare a chi

la copriva l'onore del laticlavio.

Carlo Emanuele I nel 1614 istituiva i Prevosti

o bargello di campagna agli ordini del Capitano

Generale di Giustizia ed imponeva al

Corpo

(che

allora aveva la forza di 50 uomini) di « Continua­

mente battere le strade dando la seguita ai

malfat­

tori ed anche ritenere li soldati che si partono

dalle

compagnie senza licenza di loro Capi ».

Compiti

questi di vera e propria polizia civile e m ilitar*.

Lo stesso Duca nel 1618 e nel 1620 accrebbe

non solo il numero dei componenti il Corpo,

ma

ne costituì un vero reparto avente carattere «

ter*

ritoriate » accordandogli inoltre l'onore

della

guardia al palazzo Senatoriale

di

Torino.

Nel 1634 il Duca V ittorio Amedeo I e nel

1638 la Duchessa Maria Cristina,

apportarono

a

tale istituto notevoli modificazioni

d'indole

tec­

nica ed amministrativa e

trent’anm dopo Carte

Emanuele II volle che il

Capitato di Giustizia,

i

Prevosti e tutto

il

penando Apendente fossero

poati sotto

la

sua personale protezione e salve-

guardia. (tendo inizio cosi a guaio sovrane puro-

estive di cui

in acni

quiit i iatitif-

1

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