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dovesse seguirne le varie fasi e ciò perchè tutto

nello Stato deve agire per lo Stato e progredire

di pari passo, in guisa da adattarsi alle esigenze dei

tempi, per cui i Carabinieri Reali adottarono

man mano tutte quelle successive modificazioni

che senza intaccare menomamente l'essenza del

loro delicatissimo servizio furono reputate ade­

guate alle nuove necessiti.

Allorché il Corpo fu istituito, la sua funzione

si svolgeva secondo la mentalità, le mire e lo

sviluppo dei tempi. Il concetto dell'unità della

Patria esisteva allora solo nel cuore e nella mente

degli Italiani come un nostalgico affetto, conte un

sogno supremo, come una speranza lontana, ma

però, vibrava possente palpitando nella sacra ere­

dità spirituale che di secolo in secolo Emanuele

Filiberto di Savoia tramandò ai suoi successori.

Essa rimase quale fatidico e tenace retaggio di

una stirpe destinata a superbo avvenire e che per

successive tappe sanguinose ed eroiche da sem­

plice «espressione geografica», quale la voleva

l'impero Austriaco, assurse a Nazione talmente

grande, progredita e potente da distruggere

l'impero stesso.

I

Regni di Vittorio Emanuele I. Carlo Felice e

Carlo Alberto malgrado ogni sforzo dovettero

limitarsi alla Sardegna ed al Piemonte aviti, ne

quelli successivi di V ittorio Emanuele II. di Um­

berto i e di Vittorio Emanuele M. d i Noveri a

S. M. Vittorio Emanuele III

spirare l'azione del comando di chi sa «eserci­

rlo

col cuore

». come un giorno affermava il

ittosegretario

di Stato alla Guerra S. E. Bai-

rocchi,

in

un gran rapporto agli ufficiali del

esidio

di

Torino, ai quali comunicava le sue diret­

te in merito al governo disciplinare; direttive

t'ebbero

poi sanzione ufficiale nel recentissimo

isolamento

di disciplina militare.

In data 30 giugno 1815

veniva pubblicato un

isolamento

con norme disciplinari ed altro per

servizio

interno, impartendo istruzioni detta­

nte ed infine le norme per l'amministrazione

H

vitto

in comune che fino da allora prese il

ime di

ordinario.

Ma la

fusione del « Buon Governo * col co-

«ndo dell

'Arma ebbe breve durata perchè il

ivrano con

sue R. Patenti del

15

ottobre

1816

titui

un

particolare Ministero per gli Affari di

Alta Polizia » i cui funzionari ebbero a disposi­

mi anche i

Carabinieri Reali e quindi emanava

tre R. Patenti impartendo il «modo di istituzione

il

Corpo

dei

Carabinieri Reali

» e ne determinava

Jttribuzioni. Due anni dopo ebbero vita i Mo-

hettieri di Sardegna che nell'anno successivo

la IriMN (quadro

*

feltrarne)

furono chiamati « Cacciatori Reali di Sardegna »

e nel. 1822 vennero incorporati nei Carabinieri

Reali.

Sia nel regolamento largito il 16 ottobre 1822

dal Re Carlo Felice, sia in tutti quelli successivi,

noi vediamo contenuti e svolti i medesimi con­

cetti e perfino talora riportate integralmente le

medesime frasi. Specialmente notevole è il conte­

nuto dell'art. 80 che commina «

la galera perpetua

»

e nei casi gravi la

«pena di morte a coloro che per­

cuotessero o ferissero un individuo del Corpo dei

Carabinieri Reali

» e la «

pena del carcere estensi­

bile un un anno a coloro che ingiuriassero od insul­

tassero i Carabinieri nell'esercizio delle loro fun­

zioni

». Pena «estensibi/e

ad anni due

se

l'ingiuria

o gli insulti saranno diretti contro un comandante

dei Carabinieri Reali nell'esercizio delle sue fun­

zioni

».

Durante i moti politici del 1821 rifulse di vivida

luce la fedeltà dei Carabinieri al loro Sovrano e

ne diedero prova il Colonnello conte Cavasanti

ed il Luogotenente Colonnello Maurizio DesGeneys

che non riconoscendo i decreti del Governo prov­

visorio, seguendo gli ordini ricevuti, riunivano

300 carabinieri a cavallo in piazza Carlina partendo

a sciabola sguainata pel campo regio di Novara.

Era ovvio però che una istituzione cosi con­

nessa colla vita sociale e politica della Nazione,

tutta l'Italia, le sue isole e le sue colonie, mirando

sempre ad una maggior grandezza della Patria.

Re Carlo Alberto che nel 1832 ricostituì il

Reggimento Cavalleggeri di Sar

»l servizio

di polizia nell'isola (che ebbe vita tino alla costitu­

zione del Regno d'Italia) e che fu il primo Sovrano

ad entrare in guerra scortato da quei suoi fedeli

Carabinieri, che a Pastrengo caricarono per Lui

coprendosi di gloria, sia con le R. Patenti del

2 febbraio 1832, sia col R. Viglietto del 13 stesso

mese e quindi col R. Decreto 31 maggio 1836, nel

recare successive varianti di varia natura, specie

circa i servizi d'onore, fece precedere le sue

disposizioni da espressioni d'alto compiacimento

per l’opera dei Carabinieri in genere.

Per lo spazio di 14 lustri rimase sempre in

vigore il tipico regolamento di Re Carlo Felice

datato da Stupinigi il 16 ottobre 1822, venendo

però applicato con tutte te varianti ed aggiunte

susseguitesi.

Esso che venne originalmente e col singolare

frasario del tempo fatto ristampare dall'allora

Comitato dell'Arma il 22 maggio 1881, compren­

deva in un solo testo tanto la parte « organica»,

quanto quella riflettente l'istruzione ed il servizio.