Il Consiglio comunale votò il 13 novembre 1891
un concorso di L. 200.000, ed in seguito il Comitato
chiese ed ottenne l’erezione in ente morale (Regio
decreto 4 febbraio 1892), nonostante che mancasse
ancora lo statuto dell'istituto.
Il Consiglio comunale il 22 giugno 1892 destinava
all'Ospedale l'eredità Rudigoz di L. 250.000. Rag
giunta così la cifra di L. 540.000 si cominciò la costru
zione di tre padiglioni poi del quarto sulla promessa
generica che il Municipio avrebbe poi trovato il
mezzo di farlo funzionare.
Alla fine del 1894 il Comitato riferiva che di
fronte aH'incasso di L. 543.700 si aveva un complesso
di spese le quali lasciavano un deficit di L. 49.000
dovuto al maggior costo delle costruzioni, e delibe
rava di affidare l’ospedale al Municipio affinchè prov
vedesse al suo funzionamento.
Il Municipio accettava l'affidamento divenendo
proprietario o consegnatario di quegli edifici e con
deliberazione del 29 marzo 1895 vi destinava la
somma di altre L. 120.000 per il compimento del
fabbricato e per l’arredamento.
Nessuno degli enti ospedalieri esistenti credette di
poterne accettare il carico del funzionamento, non si
credette opportuna la creazione di nuovo ente e final
mente il solo istituto che accettò fu il Cottolengo, il
qualeperòaccettandonelagestione lovolle inproprietà.
Nell’aprile del 1889 il Municipio fece un compro
messo coi Cottolengo per trasferire nel Cottolengo
stesso la piena proprietà dei terreni, dei fabbricati,
dell’arredamento dell'Ospedale, compromesso subor
dinato alla condizione che si ottenesse la fusione
dell’ente Ospedale Amedeo di Savoia nel Cottolengo,
fusione che venne sanzionata con D. R. del 27-4-1899.
Il Cottolengo si impegnò di far funzionare i
quattro padiglioni deH’Ospedale mediante l’annuo
concorso di L. 20.000, di erigere un quinto padiglione
per 100 letti per tubercolotici e colla clausola della
risoluzione della convenzione, in caso di inadem
pienza, a favore del Municipio, al quale dovessero
devolversi tutte le proprietà esistenti allora, non che
le nuove costruzioni sorte sui terreni, da rimborsare
queste ultime al Cottolengo pel loro valore. E negli
ultimi giorni del dicembre 1899 incominciò il suo
funzionamento.
Nel 1911 moriva in Torino la signora Cecilia
Guglielmini vedova Cubito la quale con testamento
olografo del 4 novembre 1898aveva nominato « erede
delle sue sostanze, tanto mobili quanto immobili,
l'Ospedale Principe Amedeo eretto in Torino per
le malattie infettive, coll obbligo di intestare un
padiglione ai Birago di Vische».
Ne nacque una lunga lite giudiziaria promossa dai
congiunti della testatrice la quale non ebbe termine
che nel luglio 1914 colla conclusione che la gestione
dell'eredità spettava al Cottolengo.
Il
Cottolengo però che pel decreto del 1869 è
esonerato da qualsiasi impiego dei lasciti e da qualsiasi
resa dei conti non credette di poter accettare alcun
vincolo per l’eredità e pertanto vi rinunziò ritornando
nella fine del 1916 l'Ospedale al Municipio, il quale
assunse pertanto l’esercizio dell'Ospedale dal ^ gen
naio 1917, incaricandone del funzionamento il civico
Ufficio di Igiene. La gestione da parte del Municipio
durò per gli anni 1917, 1918 e fino al novembre
1819, quando venne cioè insediato il Consiglio j
amministrazione del nuovo ente Ospedale Amec
di Savoia creato con D. R. del 22 gennaio 1919,
L'Ospedale Amedeo di Savoia sorge sopra i
vasto appezzamento di terreno situato a nord-ove
della città, circondato da tre lati dalla Dora ed
prossimità dell’antica barriera di Valdocco. L’a
complessiva è di metri 130.000 completamente o
tata. Al presente l’Ospedale consta di 12 padiglio
L'Ospedale è fornito di farmacia interna.
Tutti i padiglioni sono perfettamente isolati f
autonomi, e perciò muniti di tutti gli accessori
un servizio indipendente, eccezione fatta del serviz
viveri e del servizio medicinali.
L’Ospedale Amedeo di Savoia, che nel tempoi
cui venne costrutto rappresentava una novità
r
campo delle costruzioni ospedaliere, si è dimostr
nel lungo periodo di esercizio bisognevole di not
voli ritocchi. E col munifico concorso del Municip
si sta ora completamente riadattando in base a
nuove esigenze dell'igiene e della profilassi. Col pr
simo inverno tutto il riscaldamento come pure
funzionamento della cucina saranno fatti coll'et
tricità. Per mezzo di opportune balconate ester
ad ogni edifizio sarà presto possibile la visita
parenti ai malati attraverso alle finestre, visite
finora per dura necessità di cose si era costretti
limitare ai casi gravissimi.
L’apertura dell’Ospedale ha segnato fin dall
nizio una notevole diminuzione della mortalità s
cialmente nella difterite, ciò grazie alla miglio
ospitalizzazione, e nei trentaquattro anni di fun
namento ha ricoverato numerosi casi di vaiolo N
anni passati, da due anni Torino ne è immune),!
varicella, difterite, scarlattina, morbillo, ipertos
erisipela, carbonchio, rabbia, ed anche qualche
OS
di colera (anno 1911) e di tifo esantematico.
Finora l’Ospedale non ha ancora ricoverato
tifo addominale, ricovero che per ragioni di profil
sarebbe desiderabile avvenisse e finisse così quell’
surdo profilattico di una malattia infettiva che via
ora ricoverata in tutti gli ospedali comuni.
Annesso all'Ospedale vi è il padiglione « Bir^
di Vische», destinato a sanatorio per tubercolos
Dopo lacostruzione che risale amenodi trent’*
restò chiuso per parecchio tempo per mancanza
malati sanatoriali. La cosa non deve stupire
primadella legge sull'assicurazioneobbligatoriacc
la tubercolosi i malati di tale malattia non si
vano in genere a chiedere ricovero negli app
qspedali che in stato molto avanzato della ma
stessa. Nel 1922venne ceduto in affitto ed in^
alla Croce Rossa Italiana che vi trasferì i tubercc
drguerra prima ricoverati all'Eremo di Lanzo.
In seguito vi succedette nell’affittamento la
razione Industriale Operaia per la lotta cont
tubercolosi, benemerita istituzione sorta
qi
tempo prima della legge sull’assicurazione
toria. e colle stesse finalità.
Il sanatorio continua tuttora il suofunzic
ma ora i malati sono per la massima parte inviati i
l’istituto Nazionale Fascista per la Previdenza!