S. M. Vittorio Emanuele I
S. M. Carlo Alberto
Genova lanciava il famoso proclama nel quale
invocava per i suoi sudditi la necessità di formare
« uno
sola famiglia
» come, nel momento del
supremo pericolo, fece circa un secolo dopo il
terzo Re del suo nome, gridando agli italiani:
«
Cittadini
e
soldati siate un Esercito solo
».
Pochi giorni dopo il suo ritorno in Torino dal
volontario esilio nella fedele Sardegna. Vittorio
Emanuele I incaricava la segreteria di Guerra,
allora diretta dal Marchese di San Marzano.a com
pilare un progetto di istituzione di un corpo
militare per il mantenimento del buon ordine e la
commissione, all'uopo nominata, propose allora
di dare la denominazione di «
Carabinieri Reali »
a tale nuovo Corpo che veniva quindi a trarre le
sue origini, essenzialmente militari, da quello
che. come vedemmo, era stato istituito da Vit
torio Amedeo III col suo Viglietto 2 agosto 1791.
Detta Commissione nella sua relazione preci
sava il provvedimento dell'arresto degli oziosi,
vagabondi e mendicanti, degli evasi e dei sospetti
di delitti, ma ciò che è più importante, fissava in
modo esplicito il principio dell indipendenza
assoluta del Corpo nell 'esecuzione del suo servizio
speciale, in guisa che nè autorità militari, nè civili
10potessero interrompere senza urgentissimo mo
tivo. non preoccupandosi degli attriti che potessero
insorgere fra i Carabinieri Reali e gli altri enti, at
triti che testualmente definiva * bensovente tenebro
samente provocati dai nemici politici dei Governo».
Con tale progetto e con un altro immediata
mente successivo (16 giugno 1814) in massima si
stabilivano particolari di servizio implicando di
sposizioni che trovarono poi luogo nel codice e
nelle leggi di pubblica sicurezza successive, confer
mate da quelle attualmente in vigore: » istituiva
1 servizio delle corrispondenze, si definivano i
casi di intervento con notevole precisione e sa
gacia e con mire politiche atte a mantenere fòrza
alla legge e prestigio e sicurezza al Governo e si
stabilivano particolari requisiti fisici, morali, in
tellettuali e politici per l’accettazione degli ufficiali
ad incominciare (tei « Saggio di attaccamento al Go
vernodi S .
A». /Re*ed alla necessiti d'ammissione
alsologrado
di
Luogotenentecometuttoraavviene.
Lo Regie Patenti del
13
luglio
1914
davano
vita formata a tate corpo condareando la miglion
norme possibili in quei tempi per l'esercizio della
sua azione con la seguente testuale premessa:
«Per ricondurre ed assicurare viemmaggiormente
il buon ordine e la pubblica tranquillità che le pas
sate disgustose vicende hanno non poco turbato a
danno dei buoni e fedeli sudditi nostri, abbiamo
riconosciuto essere necessario di pr~~ esecuzione
tutti quei mezzi che possono essere
centi per
scoprire e sottoporre al rigor della legge i malviventi
e i mal intenzionati, a prevenire le perniciose conse
guenze che da soggetti di simil sorte, infesti sempre
alla società, derivare ne possano a danno dei privati
e dello stato ».
Ciò dimostra come si alludesse evidentemente
alle questioni politiche precedenti alla restaura»
zione, come lo conferma la parola malintenzionati
che sussegue quella di malviventi e la frase da
« sottoporre al rigor della legge ».
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S. M. Carlo Felice
Standone norme per il rispetto ed il IX che
tta precisamente «dei
mezzi di assicurare la
trtà dei cittadini contro le carcerazioni illegali
altri atti arbitrari
».
Al N. 122 di tale regolamento, che realmente
«■ita speciale considerazione, trovasi fissato il
sto della gendarmeria nazionale alla «dritta»
alla « testa » delle colonne delle forze armate,
a piedi che a cavallo.
Nel 1804 il Conte Francesco Melzi, Vice-pre-
lente della Repubblica Cisalpina, emanava due
ccessivi decreti relativi alla Gendarmeria nazio
neche. per quei tempi, dinotavano un apprez-
>ile progresso in simile argomento. Fu allora
e in Sardegna gli antichi Dragoni leggeri cosa
rono un Reggimento che prese il nome di
‘orpo dei Cavalleggeri di Sardegna ».
Il 14 maggio 1814 Re Vittorio Emanuele I da