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Nel primo centenario del

"Cholera morbus,,

scoppiato a Torino

(Da documenti

esistenti negli "Archivi Municipali..)

I

l

cholera morbus

che infestò Torino nel 1835

deriva dalla prima vera epidemia che colpì il

mondo intero per circa settantanni, dal 1817

al 1887. Il morbo che in epoche precedenti era ap­

parso in India, localizzandosi, col 1817 invece portò

abbondante strage ovunque. Facile purtroppo rico­

struirne il percorso micidiale.

Il primo caso si manifesta il 19 agosto di quel­

l'anno a Jessore sulle rive del Gange. L'infezione

passa a Calcutta che diviene il punto di trasmissione

per l’Europa. Per Bomba/, l'Arabia, il golfo Persico,

Bagdad, la Tauride, il Mar Caspio nel 1823 il morbo

colpisce Astracan, mentre un'altra corrente stacca­

tasi dal golfo Persico semina contemporaneamente la

strage ad Aleppo, Laodicea, Alessandretta giungendo

al Mediterraneo.

Nel settembre 1830 Mosca ed Odessa ne sono

colpite; Vienna ne registra il primo caso il 7 no*

vembre 1831 a causa che «scoppiata la rivoluzione

della Polonia gli eserciti russi vi portarono nell’in-

verno del 1831 la guerra ed il formidabile flagello » (l);

tutta l'Ungheria ne è colpita e così pure Berlino eri

Amburgo.

Nel 1832 lo troviamo a Londra, Edimburgo, Du­

blino e l'Inghilterra diventa il centro della espansione

epidemica in Francia, Portogallo, America. Attraverso

la Francia viene nel 1835 in Italia nelle forme che

diremo.

Per avere un'idea del flagello mondiale basti ricor­

dare che dopo una decina d'anni il morbo.riappare

una seconda volta in Italia nel 1848per importazione

di truppe austriache nel Lombardo-Veneto; unaterza

nel 1866colpendo il Veneto, Genova, Napoli e spe»

cialmente Bergamo; Roma. Palermo e la Toscana nei

1867; una quarta volta nel 1873 infestando le pro­

vincia di Venezia, di Treviso, di Udine, la città di

Brescia, Cremona, Desenzano, Genova. Napoli e

Milano; una quinta nel 1884 toccando Ventimiglia,

Saluzzo, Pancalieri. Alessandria. La Spezia, Brescia.

Cremona, ^^esenzano, Ocnova,

Treviglio, Bergamo.

Napoli, Milano.

Questo ritorno fu grave in quanto colpi 14

vinciee772Comunicor.lt.519malati e 11.563rr

pro­

par l i

il che equivale ad una mortalità dt circa II 60

% .

La

sola Napoli ebbe 12.583 colpiti a 7.009 morti!

Nel 1887, finalmente, gli ultimi sporadici casi eb­

bero a por fine a tante flagello.

L’enunciazione di questi dati tende a mettere in

rilievo fin d’ora la situar fortuna di Torino la quale

venne colpita una sola volta e con molta benignità.

dtat*MB

Il colera negli Stati Sardi, e quindi in Italia, haori­

gine dall’infezione contratta a Maniglia da certo

Aymard il quale in quella dttà ne moriva II

cembredel 1834. Il casovanne semtato al Re Caria

Alberto del Console sardo colà

teccio ciomaliero si stabilisce tra .

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