Il quadro votivo noli* CM
m
» M ia C— ha»
nè sapere in qual punto ci si trovi; assoluta mancanza
di visibilità, condizioni atmosferiche minacciose. Gli
abiti della sposa sono a brandelli, gli uomini contusi,
gli strumenti e le poche provviste di bordo lanciate
fuori: la morte aleggia vicina.
Un urto ed un urlo.
Il pallone si è schiantato contro i fianchi selvaggi
della nefasta Bessanese, la montagna tragica, e rimane
impigliato colla rete alle roccie: sotto l’abisso, roccie
aguzze, ghiacciai!
I
disgraziati comprendono di trovarsi nella soli
tudine delle Alpi, nè sanno se in Italia od in Francia.
Un colpo di vento libera i morituri che vengono
sbalzati sul contrafforte del monte e palleggiati più
volte ancora contro la montagna. Le roccie hanno
squarciato l’involucro ma il gas si è raccolto nella
parte superiore ed il pericolo è ancor più grave
poiché si può essere risollevati.
Un nuovo urto. Charbonnet viene ferito alla
fronte, Anna Demichelis alle tempia, tutti sono sbal
zati su un ghiacciaio ripidissimo.
Sono le 14,30: cinque ore di volo.
Nebbia fittissima, nevischio gelido che taglia la
faccia, oscurità completa. La sposa è senza abiti e si
copre coi calzoni del marito, gli altri si aggiustano
coi pezzi delle due bandiere per ripararsi in qualche
modo. Nella valle romba il temporale che si scatena
allora. Charbonnet che non ha perso il coraggio,
riesce a tagliare alcuni pezzi del pallone e fare delle
coperte. Per poco non sono trascinati nell’abisso dallo
scivolare della neve sul ripido pendio che li ospita.
Così passa la prima terribile notte, spaventosa
mente lugubre.
Anna Demichelis, Botto e Durando formulano in
queste ore un voto alla Madonna della Consolata
promettendo di recarsi al Santuario tutte quelle
feste in cui si troverebbero liberi dal lavoro ed in
città. Charbonnet pare non si unisca nella promessa.
A ll’alba si inizia la discesa, aggrappati al ghiaccio.
Charbonnet improvvisamente sdrucciola, preci
pitando senza un grido in un burrone sotto gli occhi
della giovine moglie e dei compagni impotenti a
trattenerlo.
Dopo cadute che misero a repentaglio la vita dei
superstiti, dopo inutili tentativi per raggiungere lo
scomparso, dopo aver smarrita la direzione, valicati
i ghiacciai di Bessan e dei Ciausinè (l'intrepida tori
nese è in scarpette da sposa) la comitiva si ritrova
alle 11 di sera su una china rocciosa scendente a
picco per 300 metri. Non è possibile proseguire.
Una seconda notte sulla montagna, dopo 37 ore
di digiuno. Piedi sanguinanti, mani congelate, la testa
dolorante, l’animo affranto e sfinito. Notte insonne.
Alle prime luci si riprende il cammino, si giunge
alla Stura e tanta è la stanchezza che non ostante
l'acqua gelida Anna Demichelis si abbandona alla
corrente per un buon tratto.
Finalmente a mezzogiorno del mercoledì dopo 50
ore di digiuno e d’agonia i superstiti trovano un caso
lare al Piano della Mussa, al momento stesso in cui
il proprietario abbandonava la casa per recarsi a pas
sare l’inverno in pianura.
Qualche minuto di ritardo e sarebbero stati per
duti per sempre!
Questo il primo volo nuziale europeo.
A ricordo rimane un pregevole quadro del pittore
Massoglia. Lo appesero Anna Demichelis, Botto e
Durando nel guarinesco Santuario della Consolata,
dove tuttora attrae lo sguardo oltre che per la buona
fattura anche per la non comune scena del voto.
Il dipinto non porta nomi, ma dice dell'eroismo,
del coraggio e della fede della giovanissima torinese
che al primato d'un volo nuziale aggiunse quello
- involontario - d'altezza anche se non ufficialmente
omologato: 6.500 metri.
L'intrepido Charbonnet riposa lontano dalla sua
patria fra la neve ed il silenzio di Balme.
Sulla tomba un’epigrafe semplice come i tempi
d'allora:
AL COMPIANTO JOSEPH CHARBONNET
VALENTE CALDERAIO MECCANICO
EO AERONAUTA
PERDETTE LA VITA SUI MONTI DELLA BESSANESE
IL IO OTTOBRE 1893
LA VEDOVA E LA FAMIGLIA STEMMER
DESOLATI POSERO
« . a
a