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SPIRITI E FORME DELL'ARTIGIANATO IN TORINO. SIRO BEVILACQUA

Gran ceramica dura •

diametro cent. SO

altro riconoscimento, mi piace segnalare il premio

conferito alle sue fatiche con gli acquisti compiuti

nella sua bottega dalla più grande fabbrica della più

grande città di ceramiche in Baviera, voglio dire la

compra eseguita dal Gruppo Rosenthal delle bellis­

sime piastre di Bevilacqua, il quale oggi, a Monaco,

nelle celebrate vetrine Rosenthal, può sfoggiare la

eleganza delle sue creazioni.

La vita gli ha dato, anche, una incomparabile

gioia: accanto al testardo lottatore lavorano i due

figli, i due suoi migliori discepoli: Dante, il chimico

esperto nelle più nuove e persuasive invenzioni colo­

ristiche: Nino che raggiunge nella illustrazione deco­

rativa un perfetto metodo di squisite invenzioni

novecentesche.

Torino lo ha voluto consigliere e tecnico per le

sue scuole di ceramica.

La Lega Italiana d'insegnamento, diretta dal mio

caro discepolo il Dottor Formica, lo annovera fra i

più validi suoi docenti: nella città, non ve cenacolo

aristocratico o dell'alta borghesia che non ricorra

quotidianamente alle muffole ed ai pazienti consigli

del nostro Bevilacqua. Anche i milanesi si rivolgono

alla loro ditta di San Paolo quando hanno bisogno di

ceramiche dell'artista di via della Rocca.

lo, qui, mi limiterò a lumeggiare alcuni peculiari

momenti estetici della vita di lui. giovandomi per

la migliore intelligenza dei lettori delle mirabili foto­

grafie create per la nostra Rivista dalla rarissima

sapienza dell'amico ingegnere Bertoglio.

La prima tavola rievoca una delle scancerie dove

gli stili più svariati e gli smalti più sapienti creano

luminose sinfonie di colore: la seconda rappresenta

una muffola pronta per la cottura delle decorazioni

soprasmalto; la terza un cantuccio della bottega

con la varietà della produzione, tra cui notevole la

piastrella a gran fuoco con la Madonna e il Bambino: la

quarta riproduce su porcellana-avorio un gran piatto

barocco decorato con colori soprasmalto di delica­

tissimi fiori Saxe ed incorniciato da fascia aurea di

difficilissima esecuzione ad ornati incisi.

Un secondo piatto, tavola quinta, sfoggia un tema

novecento, a toni rossi, neri, grigi ed oro su porcel­

lana bianca soprasmalto, soffusa di delicate tonalità;

nuova ceramica che raggiunge ormai per composi­

zione. per elaborazione chimica e per fattura le più

nuove decorazioni straniere e supera i noti Golia.

Questi ebbero in Torino moda e risonanza e videro

luce appunto nello studio Bevilacqua.

Di maggior polso è. tavola nona, la piastrella

ovale (0,45 > 0,36) che riproduce un cestello di

fiori 700, composta con la viva ingenuità di quel

barocco che amava dir tutto e far fiorire ogni ele­

mento, secondo il gusto scenografico di allora. Sa­

rebbe anzi opportuno che i migliori artigiani del