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T

E

\ncora non siamo alla stabilizzaziimc

tir ila

stagione del teatro di prosi. Que­

st anno

probabilmente (x-r ragioni

arcane

stenta ad avviarsi. Cosi che

anche dicembre ha conosciuto il feno­

meno di ribalte

j x t

tradizione non meglio

di sinuate alla presentazione di riviste.

ihc

1

paté jx-r lunghi intervalli da simili

s|K‘ttacoli. Ili complesso, nella prosi,

siarse novità.

Voce di pojxilo » di Enzo la Rosa è

una commedia rappresentata aH’Alfieri

dalla Compagnia di Gilberto dovi. I n

maturo sca|Hilo, Fulgenzio l’anzarasi.

die sogn.i continuamente conquiste ed

avventure galanti Ila aHittatù un allog­

lotto particolare ch’egli impresta vo­

lentieri a conoscenti ed amici. Ma Ful­

genzio altro non è che un platonico ed

almanaccante Don Giovanni. Tuttavia

il fatti» ili jHissedere le chiavi dcU'allog-

getto lo implica, lui innocente, m un

Ix'H'imbroglio. Fgli un giorno è sorpreso

nel ritiro con una signora che. natural­

mente, asjK-ttava d’incontrare un altro.

Le apparenze lo accusano ed il manto

tradito gl'intenta un processo. Fulgenzio

riesce, alla fine, a districarsi ed a cavar­

sela; ma gli resta i|ueU'aureola scan­

dalistica a magnificarlo ed a far la sua

fortuna. Che diventato di punto in bianco

e

j x t

la via più inopinata un uomo fatale

le donne lo circondano, lo corteggiano,

si' lo contendono, con una sorta di

concorrenza e di accanimento che |x-r

molto tempo

11011

gli lasciano requie e

respiro. Finche chiusi questa colma e

febbrile parentesi egli stanco e più

sj>ennacchiato del solito non si consolerà

(«ni una giovane ecompiacente cameriera.

La commedia tessuta secondo un

vecchio e tradizionale schema dramma­

tico, non lui grandi doti di novità. Ma

il protagonista diventa un tipo forte­

mente caratterizzato, e le situazioni

farsesche si sviluppano a serie, facili e

divertenti. Gilberto Govi, naturalmente,

' >ttolinea il tqx> con la sua marchiana.

>qxirosi comicità.

1

-a Compagnia Uenassi-Carli-Pavese ha

rappresentato al Cangnuno una com-

i

hi

ha nuova di Guido Cantini: •Niente

•li male •. Fra le mura eleganti ed acco­

glienti di una |xnsmne alla mixla te­

nuta da una nobile decaduta un gruppo

i!i gente d'alto o equivoco rango tra­

scorre facilmente i suoi ozi. Hanchien

Kià sull'orlo ilei fallimento, professionisti

(I dia dubbia fama, letterate famose non

solo jx-r i loro romanzi, donne ponqx»se

( 1eccentriche costituiscono questo pub-

Mico abbastanza indigesto e manierato,

l'ettegolezzi, vuoti e lx>rghesi formali­

smi. civetterie e piccoli intrighi riem­

piono. secondo una norma quasi di

prammatica in simili luoghi, le lunghe

ore vuote. Ma Flena G iddi e Giorgio

Zuccan sono più intensamente, anche se

A

T

non più seriamente, occupati. Intessuto

uno svagato idillio, alle innocue scher­

maglie dei primi tempi l'uomo, spronato

dalle serie e forti resistenze dell'altra,

le jxme un vero e proprio assedio. Adesso,

è presumibile

la donna stancata e

smontata da una assiduità decisa e

proterva è difficile resista. Se non che

in questo ambiente di appariscenze e ili

torbida mondanità è presente uno strano

e misterioso jxTsonaggio. L ’estraneo, un

certo Dhovery. è un vecchio, dai ca-

[x-lii candidi, piovuto chissà da dove

e circondato nell'elegante (tensione da

un’aura di sosjx-ttoe ili timore. Scontroso

e riservato, solitario e fantastico ha atteg­

giamenti e decisioni inspiegabih ed enig­

matici. K quest'uomo grave ed acuto,

che sembra più la personificazione di

un'idea o d'un concetto che una persona

tisica e reale, tratta in disparte Flena

che sta

j x t

darla vinta al suo corteggia­

tore esamina il caso della donna. Fgli è

come chi si e può leggere in fondo

all'anima di chiunque. E come la voce

della coscienza che indica la strada del

bene, della purità, della grazia soave e

casta, contro i falsi allettamenti e turba­

menti del male e della perdizione.

La commedia, costruita su questo

labile schema, con un simile jx-rsonaggio

essenziale che

j x t

molto tempo fa da

vagante ombra e da sfondo, è s*>stenuta

da una scaltra e magistrale abilità sce­

nica avvantaggiata da un serrato con­

trappunto dialogico. Memo Menassi ha

impersonato la non facile figura di

Dhovery con giustezza e varietà di toni.

Armonica ed affiatata la recitazione

degli altri, la Carli, il Pavese, lo Scan-

durra, Li Frigerio, l'Anselmo, la Magni.

l.a stessa Compagnia ha rappresen­

tato al Carignano una novità di Lond-

fdale: «Due coppie e l’asso ». Goffredo

Lvms

è

un sereno e pacifico commedio­

grafo che vive in campagna occupato a

scrivere i suoi lavori. Ma ha Anna, una

moglie tutta bizze, grilli e fantasie che

gli amareggia puntualmente l’esistenza.

Capita in casa del Lyms per un breve

soggiorno un suo vecchio amico. Ernesto

Melton e la moglie Elma, un'ex balle­

rina. E anche questa coppia è angu­

stiata e divisa da incompatibilità — il

Melton è un aristocratico con pose

intellettualoidi — e da differenze di edu­

cazione e di temperamento. La vicinanza

e la consuetudine amichevole fra i quattro

stabilisce subito le diversità, e polarizza

le attrazioni e le simpatie. Lyms vivrebbe

volentieri con Elma che è al par di lui

schietta, tranquilla, senza complicazioni;

mentre Melton pensa di aver trovato

nella composita e teatralissima Anna la

donna dei suoi sogni. Le circostanze, le

facili e reciproche confessioni sembrano

fatte a posta per favorite questa logica

soluzione della partita. Ma un più appio-

R

0

fondito esame rivela come tutto sia

inconsistente ed illusorio, un capriccio, il

risultato d’una specie di errore di visuale

e di prospettiva. Che Melton scopre in

Anna difetti, incongruenze, validissime

ragioni di incompatibilità. Contempora­

neamente la donna si accorge che le

qualità e le doti che ha trovato nell’ospite

sono più la conseguenza della sua alma­

naccante fantasia, un trasporto romantico

vacuo ed ingannevole, che un vero e

proprio apprezzamento di virtù. Lyms,

da parte sua, dojx> ì primi entusiasmi,

ridiventa calmo e jxìsitivo ed avendo

orrore- degli scandali e degli interventi

legali abbandona i suoi progetti. Filma

soltanto, energica ed insofferente, con­

statate con questo facile esperimento

che ha quasi l’aria di un gioco, le costri­

zioni e le difficoltà in cui si dibatte la sua

vita, con un moto di ribellione, punta

verso l'incognita della separazione e della

libertà.

La commedia, come appare dalla trama

labile e leggera, non ha un’autentica

tessitura e gli sviluppi di un'azione pro­

gressiva. F. contesta di sfumature e di

trasparenze, appena rialzata da un

tono ironico e caricaturale. In sostanza,

una pacata sitira sociale, in cui sono

irrisi i falsi atteggiamenti, le paludate

ipocrisie, le mentite virtù. L'interpreta­

zione risentita ed efficace, briosi e sciolta,

è valsa a mettere bene in luce la natura

del lavoro. Memo Donassi, L. Carli,

N. Pavese, E. Magni.

Durante il mese sono da segnalare, per

opera della varie Compagnie, molte inte-

ressanti riprese. Importante sopratutto

quella allestita dalla Compagnia Henassi-

Carli-Pavese di •Papà Eccellenza » di

Gerolamo Kovetta. al Carignano.

Atorga

MOSTRE D’ ARTE

S A L A L O M B A R D I.

- l*iazza Castello

25

- Mostra postuma di Emma Gaidi.

LA Z EC C A .

- Via G. Verdi - Mostra

personale del pittori* Mino Maccari.

SA L O S E l) E LA S T A M P A .

- Mostra

Fotografica Dopolavoro Fiat.

P A L A Z Z O C A R IG N A S O .

- Mostra del

Gotico e Rinascimento in I*kmonte.

G A L L E R IA M A R T IN A .

- Piazza Ca­

stello

18

- Mastra del pittore Antonio

Discovolo.