

quale titolo d'onore egli consideri, ben conscio della
complessa, elevata importanza della decorazione,
quanto per qualche altro cultore d'arte potrebbe
essere una quasi dispregiamo* diminuzione di pre
stigio.
Oggi che la casa — il maggior campo di realizza
zione delle arti decorative — curata e studiata amo
rosamente nei suoi più vari, minuti elementi, è
sempre più destinata, in ogni ceto, all'alta funzione
di seducente, superiore aspirazione famigliare e
quindi a maggior garanzia d'una sempre più eletta,
devota rispondenza all'inconfondibile programma
morale e sociale instaurato ed attuato dal Regime,
può essere non inopportuno ricordare ancora come
al riguardo ebbe ad esprimersi Leonardo Bistolfi:
a L'arte decorativa propriamente detta non rag'
giungerà la sua espressione ideale se non quando
l'argine immaginario
,
che la divide dall'arte così
detta pura
.
sarà definitivamente scom/tarso e {Po
tranno le stesse idealità e le stesse energie deWunt
sostenere e sospingere il progredire dell'altra».
Ciò premesso, non sorprende che il Ceragioii, il
quale può un po' rievocarci l'opera di non pochi
maestri del Rinascimento cultori di tutte le arti ad
un tempo, possa essere (per l'equilibratezza dei
suoi concetti in materia, per l'originalità, la fre
schezza delle ispirazioni, delle immagini che pos
sono offrirsi alla sua fantasia) ricercato, esperto,
creatore e collaboratore, quando Parte deve ri
splendere in meditata, elevata armonicità di aspetti,
quale può esigersi dal vario carattere degli ambienti
a così autorevole cura affidati.
Dopo le dimissioni dall'Esercito, il Ceragioii po
teva intensamente, esclusivamente dedicarsi all'arte
seguendo anzitutto gli ammaestramenti dell'illustre
scenografo e decoratore Augusto Ferri, che aiu
tava, conseguendo quella necessaria, sicura cono
scenza negli stili e tecniche, non disgiunta dall'ap
passionato, coscienzioso studio della storia dell'arte,
che dovevano aprirgli poi anche la via all'insegna-
mento, come professore incaricato e supplente di
disegno ornamentale, figura, plastica e decorazione
interna nel R. Politecnico di Torino, per la sezione
di architettura, poi soppressa in quell'istituto.
Arduo (e saranno inevitabili le lacune anche per
chè lo spazio non lo consente) seguire il Ceragioii
nella multiforme, lunga attività, non solo artistica,
non potendo certo essere dimenticato neU'organiz-
zazione di numerosissime esposizioni e manifesta-
zioni. Potrebbe affermarsi che, dal suo
Bersagliere
trombettiere
, quasi un'ispirata, augurale diani
anche per la sua carriera, non c'è gara o manife
stazione artistica in cui egli non abbia apprezzata-
mente partecipato, con l'efficace contributo e per
sonale segno di distinzione che gli sono riconosciuti.
Delicato e lusinghiero, fra i primi incarichi, quell*
del centro da tavola per le nozze delle L.L. M.M. il
Re Umberto e la Regina Margherita, nel 1892,
anno in cui decorava il Palazzo Marmaglia a Milano.
La Villa Marsaglia a San Remo era poi da lui de
corata nell'annn seguente. Nel 1898 il suo alpino,
in bronzo,
Di qui non si /tassa,
figurava degnamente
alla Esposizione Nazionale di Torino.
Nel 1906 gli era affidata la decorazione ornamen
tale del nostro Teatro Regio e cooperava poi an
che, con Giacomo Grosso, alla decorazione figurale
per il soffitto dello stesso Teatro.
A Bruxelles, nel 1910, presentava il suo Diorama
del Padiglione del Belgio per ('Esposizione Inter
nazionale di Torino del 1911, con quella sua scul*
tura
La Sorgente
(per questa gli era assegnato 2
diploma d'onore e per il primo la medaglia d'oro),
pure assai ammirata alla Esposizione Internazionale
del Centenario Argentino a Buenos Aires, e che già
aveva figurato ad una delle Biennali Veneziani
( 1909), alle quali fu invitato per più anni. Vi par*
tecipava infatti, nel 1911, con una idealizzata fi*
gura femminile, in bronzo, che lancia
Lo strale e,
nel 1913, con
VEroe
. giovine ignudo che sorregge
con sublime trasporto le palme dorate della
Vii»
toria. Fra le più giustamente ammirate e desiderate
sue opere di quel periodo è la
Malusa
, esposta alla
predetta Biennale Veneziana e presentata anche a
Monaco, Berlino, Buenos Aires, della quale le più
autorevoli riviste, nostre e straniere, s'assicurarono
la riproduzione.
Nel 1911 il Ceragioii organizzava e decorava il Pa
lazzo della Moda all'Esposizione Internazionale
della nostra città (ottenendo il diploma d'alta be
nemerenza); nel 1915 esponeva alla nostra Società
Promotrice
Abbiamo fatto pulizia e
nel 1918, cor
rispondendo al desiderio del senat»- Agnelli,
VAl
pino.
particolarmente caro allo cultore, era collo
cato sulla piazza di Villar t\ro sa.
Ma il bronzo di m a r ' .i proporzioni e notevole
impegno ch'ebbe le cure più coscienziose ed ardenti
.t-i i.eragioli, a glorificazione dell'Arma prediletta,
era inaugurato solennemente nel 1923, sulla fac
ciala della nostra Caserma « Monte Grappa » : il
grande
Altorilievo in memoria dei Bersaglieri Ca
duti nella Grande Guerra
, ora, in occasione del
Centenario del Corpo (1936), degnamente, oppor
tunamente collocato, poiché già vi sorgeva la statua
del Fondatore (opera del Cassano - bassorilievi del
Dini), nell'aiuola Lamarmora.
Opera fervida e vasta quella del Ceragioii alla no
stra Esposizione Internazionale del 1928, per la
quale progettava ed eseguiva la decorazione del
grande salone dell'agricoltura, i due grandi diorami
deli'aratura e della mietitura, progettando inoltre la
decorazione del salone della coltura del riso, la fon
tana centrale, il diorama del Gran Paradiso, la
mostra forestale, con alto riconoscimento della Con
federazione Nazionale Fascista Agricoltori, che gli
conferiva la medaglia d'oro. Altra medaglia d'oro,
del Presidente del Consiglio dei Ministri, gli era
augnata per l'organizzazione delle mostre d'arte
allo Stadium, nel 1922, ed altre non poche me
daglie gli assicuravano progetti e decorazioni, d 'in
carico della «F iat», d ell'« Itala» ecc., per nume
rosi
stands
di Mostre dell'Automobile, a Parigi,
Vienna, Berlino, Bruxelles.
Non poche le altre opere, di carattere ufficiale e
commemorativo, e quelle che consacrano ancora le
alte idealità e Io spirito di sacrificio del nostro
Esercito e della nostra Marina: il monumento ad
Ascanio Sobrero (in collaborazione con Cesare Bi-
scarra); la lampada votiva in bronzo, ora nell'Os-
sario deiia Gran Madre di Dio della nostra città (è
ben noto e documentato quali alti, ed augusti, con
sensi abbia suscitati); il
Bersagliere che lancia l'ul
tima bomba
( Esposizione del Bersagliere nell'Arte,
organizzata dal Ceragioii stesso nel 1932 a Roma),
notato con interessamento (unitamente ad un ri
tratto ad olio di Lamarmora pure del Nostro) dal
Duce, ed acquistato dall'Associazione Nazionale dei
Bersaglieri; il
Cofano per la bandiera del caccia
torpediniere
«
Alpino»;
l
’Astuccio per la bandiera
del
sottotuarino
«
Galileo Ferraris
» (e le perga
mene rispettivamente per gli atessi); il
Cofano per
la bandiera dettincrociatore
«
Duca degli Abruzzi
a,
la cui consegna ha dato luogo recentemente a so
lenne rito a La Spezia, presenziato da S. A. R. il
Duca di Genova e con l'intervento di tutte le prime
autorità e gerarchie torinesi.
Assiduo alle vaiie mostre delle Società Promotrice
Belle Arti, Amici dell'Arte e del Circolo degli Ar
tisti, non possiamo che ricordare qualcuna soltanto
delle sue pitture e sculture che vi figurarono. Fra
le prime il
Ritratto della figlia
(di aristocratica
iinea, squisitamente ispirato a sentimento di padre
e d'artista);
Il cofano
(altro ritratto di soavissima
espressione);
Notturno
/
taglino
e
Lo scrigno
(in
ambedue poetica l'ispirazione, raffinato il gusto de
corativo) e, fra le più pregevoli per doti d'espres
sione,
Il profumo.
Fra le sculture, una figurina in
nostalgica meditazione ne
L'ora che volge il disio
;
Agli eroi
(gagliardo nudo femminile);
Poesia; La
flora; La jterla e l'ondina
(lampada decorativa;
Biennale Veneziana, 1905);
Statuetta di Guasti
e