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ili ciclo e*pone l.i r«»toii<lita delle ciliege tr;i la flori-

de//a delle raccoglitrici.

I. di Iron ie ai panorami che >i aprono tra nuvole

vaganti e rami fioriti o |>ieiii di fru lli Ira ligure lon­

tani* che vanno ver«o gli alberi disseminati per le

colline. qua*i »i diini'iitiea il significato economico

che pure non è iiid illeren le. con»i'lenle nello «hocco

e lo «mcrcio di molta produ/ioiie collinare che non

poco utili- produce r noli poco beneficio alle popola-

/ioni che «i (làm io a ipie»to genere di coltiva/ione,

che poca fatica costa e mollo fru llo da.

Ma «enliamo ipia«i come una vecchia mu«ica la leg­

genda di ipie-to frutto clic appartiene alla no«lra

infanzia. e di in i ora dobbiamo parlare: e volentieri

lo facciamo, anche per ipn*«|o. che -appianili che

non potremo mai più metterci il grappolino di c i­

liege dietro I orecchie («e non iu segreto e iu «oli-

Indine) uè spulare il nocciolo sili passanti. dalla fi-

neslra alla, -pianilo da dietro le persiane le facce

irose e sorprese: nè prendere più. per -iininia noio­

sità. le famo-e 'corpacciati* del bel tempo in cui

iloti -i sapeva clic fo»«e la mancan/a d'appetito c la

di'pep-ia. ma soltanto ei attiravano i frutti ros*i e

gra-'i e duretti. ed uno dopo l'a llro sparivano in

bocca (*d era tutta dolce/./a.

Ma anche ade»*o non è fin ito : arriva il medico, e

ci parla di fru lla fre-ca. che presa con m isura, re­

gola le fini/ioni dell'organism o. dà salute e buon

umore, anche a noi. che uu poco siamo diventati

il passante che >la esposto ai pericoli dei ragazzi che

mangiano ciliege.

Ma perchè non sj potrebbe tornare, per

1111

poco

almeno, ipiclli di una vo lta? E allora, tulli di corsa

a IV ce tlo . via per i campi e le colline, mettendo

di nuovo magari il mazzetto ili ciliege dietro I orec­

chio. facendo le corse per i pendìi, anche senza più

arram picarci -ugii altieri come «i faceva quando si

era fre«chi d'allenam ento. Ma ora. in compenso, si

può ancora far l'o cch iolino alle vend itrici, che ci

mettano un po’ di peso abbondante nel cartoccio,

accompagnato ila ini sorriso: e questo, col succo

delle ciliege, è il com peii'ii della corsa. E poi. di

ritorno a Torino. *i passerà nella parie clic *i chiama

il « cit T u rili

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. alla scuola \ itlorio \lfieri. a vedere

altra felicità di bimbi, ma questa volta non soltanto

decorativa e lieta, ina più significativa, dipendente

da un sollievo che viene dalla beneficenza, che potrà

essere il frutto niù bello e saporito, m aturalo I nu­

dici giugno. Che questo è il giorno della fe«ta. \ e-

(Iremo bimbi che recitano poesie, con d ivin a inco­

scienza: allri che faranno danze: compreremo i car­

tocci benefici, penseremo a (pici cielo aperto e sano

che alcuni di essi andranno a godere, con tanta

•alute. dalla Colonia a cui potranno andare. K gi­

rando Ira i padiglioni, crederemo anche noi di esser

d iven tali delle persone importanti.

MANGUSTA