

L E V I L L E M O V E E L E T E R R E
I' R A N C H E I N P I E M O N T E
D
iversi* città italiane.errate nel medioevo Tra
il se c.X II ed il X IV . ricordano nel nome la
loro recente fondazione o le franchigie accor
date dai fondatori agli abitanti che vennero
a popolarle. Tali sono le numerosi* località
chiamate
Villanovn oVillanuovn.
seguite da un
secondo nome che le distingue fra loro. e.
meno frequenti, quelle dal nome di
Franca
tili
fi.
Villafranca
ed anche di
('astrijranco
e
Borgojranco.
Fanno riscontro ad esse in Francia le varie
\illcneuvc, Villenouvelle
.
Franqaeville. Ville
-
franche,
seguite talvolta dal nome del signore
che le aveva fondate, quali
Villeneuve-le-Hoi
.
1
ilienea ve-le-Comte, Villeneu ve-l'
t
rchevèqae :
in Germania e nella Svizzera ai nostri Borgo-
franco corrispondono le città chiamate
Frei
-
bur».
Le ville nuove e le terre franche furono
create, essenzialmente per ragioni militari, in
punti strategici di contine o presso importanti
-t rade di grande traffico: sorsero in tal modo
\illafranca di Verona, fondata alla line del
see.
X I I. airestremità della campagna vero-
n»M*. Castelfranco dell'Emilia, costruito sulla
\ia Emilia nel see. X I I I : la loro fondazione
provoca talvolta il sorgere di un altro centro
a poca distanza dal primo: vediamo così i
Padovani fondare nel 1210 Cittadella per con
trapporre una valida fortezza a Castelfranco,
fondato dai Trevigiani undici anni prima.
Per favorirne il popolamento varie erano le
concessioni accordate a chi veniva ad abitarle:
privilegi, esenzioni da servizi e da gravezze
feudali, libertà per le persone e per i loro
averi: se il fondatore era un Comune talvolta
gli abitanti erano equiparati ai cittadini della
città fondatrice.
La maggior parte di queste nuove città ita
liane fu costruita in pianura; la loro forma
pianimetrica, delimitata dal perimetro delle
mura di difesa, è generalmente quella di un
quadrato o di un rettangolo: le poche vie del-
I abitato tagliandosi ortogonalmente formano
una semplice scacchiera. Diverse hanno ancora
le mura merlate e turrite in cui si aprono le
antiche porte, altre, che per vicende di guerra
ebbero distrutte le difese, conservano sola
mente il primitivo tracciato regolare delle
'trade interne.
In Piemonte la persistenza del piano primi
tivo ci ha permesso di individuare esattamente
i nuclei antichi di alcune di queste terre e di
es*e presentiamo gli schemi pianimetrici e l'il-
lustrazione delle vie e degli edifici più caratte
ri-tiri. Sarebbe interessante esaminare la distri
buzione geografica nel territorio piemontese di
tutti questi nuovi centri abitati e studiare le
ragioni storiche e militari della loro fondazione
anche per mettere in evidenza quelli che col
susseguirsi degli avvenimenti mutarono nome
o furono distrutti e ricostruiti. Il materiale
di studio non farebbe invero difetto quando
>i consideri che. ad esempio, la sola Vercelli
fondò ben 22 terre franche, ma per i limiti
che ci siamo imposti consideriamo solo ’
•*
fra le più interessanti.
Fra quelle fondate dai Vercellesi ricordiamo
Borgolranco d'Ivrea che è uno fra i pochi
paesi di tale nome ancora esistenti in Italia.
Bornojranco 'd'Ivrea:
dell’ antico
Burgus
Francus Eporediensi*,
fondato nel 1200 du
rante Ir lotte di Vercelli con Ivrea ed edificato
in terreno pianeggiante sulla riva sinistra della
Dora Baltea, esistono ancora nella Sezione
Franca del paese attuale, due strade deno
minate \ ia «Ielle Chiese e Via Morta parallele
fra loro e collegate da qualche breve via tra
sversale.
La larghezza delle prime è di tre metri.quella
delle vie secondarie due; una di queste. Via
Santa Teresa, all'incontro con la Via Morta,
è sormontata da un arco, resto di un'antica
porta. Poche tracce rimangono dei primitivi
edifici dei quali si vedono soltanto i muri
perimetrali costruiti in pietrame ed in ciottoli
disposti inclinati a spina di pesce; in questi
muri è visibile qualche arco in pietra che
costituiva la parte superiore di finestre o di
porte ora murate. Le abitazioni di questo
borgo franco dovettero essere, anche in epoche
posteriori a quella della fondazione, assai mo
deste sul tipo di quella riprodotta nel Borgo
Medioevale di Torino e prospettante sul Po
detta appunto casa di Borgofranco, costruita
con una intelaiatura di legname riempita di
muratura, a due piani in successivo aggetto
così che quello superiore sporge più di un
metro dal piano terreno; questa piccola casa
ha il tetto ricoperto di paglia. Le costruzioni
delle epoche successive e l'estensione notevole
dell'abitato moderno hanno alterato il carat
tere primitivo di questo borgo che non pre
senta caratteristiche urbanistiche speciali.