

Gioconde scene di vita al campo
roiiu: e poi. come D io volle. dorm irono. Abbiamo
scritto: «com e Dio \ o lle » : ma Dio \uole sempre
che chi
è
«lanco riponi. e aggiunge come prem io.
«l«»|»o le rane e oneste fatiche, un «eremi abban
dono. una felicità quasi prim itiva, spontanea e
««du
plice.
Le donne, che più deH'uomo >i
miiio
mantenute v i
cine alla natura, serbano tutte, della loro parentesi
africana, il più caro ricordo. La conoscenza della
vita e ilei problem i coloniali
si spttglii'i
delle
«ile
so
lite apparenze scolastiche: i fatti *i sostituirono alle
parole. Se lezioni vi furono, furono lezioni p ra
tiche: come tpielle impartite durante la visita a l
l'istitu to Sperim entale Agricolo e Zootecnico di Siili
Me«ri. K poi ad esempio, proprio a questo propo
sito. ci
si
lasci aggiungere un particolare, che
è
già di per sé significativo: i diciotto chilom etri per
raggiungere l'istitu to Sperimentale furono fatti a
piedi.
Noi pensiamo pertanto che il (lam po delle Donne
e G iovani Fasciste abbia giovato alla propaganda
coloniale più di un numero anche infinito di con
versazioni. Lezioni e conversazioni, anche se fatte
da persone che sanno quello che dicono e che «anno
dirlo — la doppia qualità
è
assai rara — giovano
tutto al più agli iniziati. A i non iniziati non
ser
vono a nulla. Se l'Ita lia vuole — e che lo voglia
è
certo — invitare all*A frica i giovani e il popolo,
deve cercare delle forme di propaganda intelligenti
ed originali. I na conferenza coloniale richiam a
Mil
lanto «hi già conosce quei problem i, allo
stesso modo
«•he una Irzitiu r sull'astninom ia fa acc«irrerc chi ha
già in sè la passione per quello studio. P e r comin-
22
j M i
K
«è
vujp®
%
\
Una visione della tendopoli torinese
oiare ad amare la vita coloniale min «•'«'• altro che
provare a viverla.
Pr«qiri«i per «pie«t«i hidevdiissima ci sembra I inizia
tiva nata nella nostra città, prima del genere in
Ita lia , e che
forse
min ha pre«-e«lenti nemmeno nelle
altre Nazioni, (li «liceva ro ttiin o D irettore del (lampo
il dottor A rm in io M ù ller. Sogrotari«i per To rin o
d e ll'istitu to Fascista d e ll'A fric a Italiana — che l'e
sperienza fatta consente «li «lare il più vasto e b ril
lante seguito a questo genere «li attività. Ili «piesto
cas«i
Tu rim i sarà lieta «*«l orgogliosa di aver «lato
l'esem pui. Serietà di pmptisiti. buon
senso,
tenacia
nel realizzare restano le proprietà «Iella città nostra,
tanto più preziose «pianto più le iniziative — per
un
«isserv
at«»re superficiale «iriginali e avventate —
richiedono per essere combitte ili p«irto d iritta e
precisa volontà.
Le «cssanta Donne e G io van i Fasciste v isserò diciotto
gitim i in A fric a : videro m ltiva re i cam pi, pem ir-
sero a piedi o in «-anioni distanze enorm i. raggiun
sero il mare e le zone d eli'in term i. sostarono c«im-
niosse al camposanto «lei bersaglieri a (riam a el T u rk .
amm iranino gli scavi di Sabratha. le grotte di Ga-
rian-Tegrinna. Ogni mattina ««-e«er«i «lai lettini alle
sei e mezzo, e «inorarono la bandiera. Preparar«in«i
il cibo, «irdinarono il camp«i. presero lezioni di
e«piitazi«me e «li guida di automezzi.
Le sessanta D«inne e G io van i Fasciste hanno cono-
sciuto in A frica una vita semplice, «piasi p rim itiva:
e ne provanti un
p«t'
di mistalgia.
Mero un esempio di propaganda robiniale fatta «ul
serio.
G. H.