

il
funzionamento è identico per lullc. ( . è un grosso
tamburo m it r a l e elle ruota e trascina la caria d ie
«i «volge dal rotolo del greggio: poi i cilindri (qu i.
t me vede. sono sci perché ognuno corri-pondc a
un disegno e a un colore), ognuno dei quali, quando
l i macchina è in marcia, è tenuto a giusta prcs*
-i.mecontro il tamburo c quindi sopra la carta clic
•:ii
«i svolge sotto.
K ora perchè sono sollevati?
Li stiamo regolando in modo clic risultino a giù-
•la distanza reciproca l imo d all'altro, cosicché, al
momento della .'lampa, ogni colore andrà a cadere
al >uo posto preciso.
Ma come fate per saperlo prima?
Osservandò q u i... guardi. \ ede all ibiremo di
questo cilindro, ohe è il primo, quello che stilla
caria ancora \ergine imprime il cosiddetto « gioco
ili fo n d o » . \ede qui. quasi «uU'orlo. una serie di
cerchietti in rilievo?
Ubitene?
Ognuno lancerà la 'ila impronta sull'orlo della
carta, proprio lutilo il m arcin e... \ 'ila volta, ogni
cilindro successivo ha come una piccola tacca di
fede che. quando esso è hen regolato e al posto
giusto
deve capitare nel centro del circoletto cor-
rispondente.
Semplice e pratico...
Si. ma per una preparazione accurata occorrono
parecchie ore. Olii, ad esempio. -aremo pronti solo
nel pomeriggio...
I cori p a " iam o alla macchina principe di lutto il
ri parto, quella che stampa a dodici colori e che non
•••lo è l'unica ili Italia ma una delle poche al mondo.
I ii tamburo ma.'todontico. dodici cilindri incisi. do
dici « servizi» che pendano ad alimentarli mediante
M.i-lri continui
tesi
fra altri rulli e che pescano in
I icinelle di bronzo piene di colore, un complesso
iii'omma di assoluta eccezione.
^ujifie.-tiva invece, oltre clic geniale per gli accorgi*
menli meccanici
messi
in opera, è la fase seguente
clic fa subito pensare a una prova generale di ad
dobbi
in grande
stile.
Perchè il foglio di caria che
a piena velocità viene fuori dalla stampatrice è
.1
itomaticaniente
disposto
«u a>te di le^no che prima
' •no sollevate in alto lutilo il tratto inclinato da due
•alene, poi si affiancano e continuano in piano il
I ro cammino. sempre trascinate «la altre catene.
•traverso lo stenditoio. Spiegare come la cosa av
venga. è troppo difficile ora. mentre a guardarla
■ mitrava così natu rale... Ma il risultato è q u e llo :
i ie la velocità delle catene e la distanza delle aste
- no regolate in moilo che il na'tro continuo si di-
- ione a festoni, i (piali 'i asciugano di mano in mano
ciie avanzano grazie all impianto di ventilazione e
r 'caldanieuto predisposto per loro, vanno in fondo
• tornano indietro fin qna-i presso la bobina greggia
«•ie li alimenta, passano infine alle avvolgitrici da
cui. '♦• non hanno da subire altre operazioni di a r
ricchimento o finitura, usciranno i rotoli finiti e
pronti a entrare in commercio.
In
ogni stenditoio sono stipate migliaia e migliaia
di metri di nastro raccolti in centinaia di festoni
che scendono dal soffitto fin (piasi al pavimento. L
la potenzialità di ogni gruppo — ve ne sono sette
quante le macchine stampatrici
è tale da
assicu
rare una produzione oraria che si aggira sui due
mila metri e sili trecento rotoli. Iiisomma non im
porta far conti per avere, anche a tavolino, la co n
ferma ch e (pia dentro si possono superare i 14)0 mila
metri giornalieri, cioè tanti da tappezzarne cinquan
tamila metri quadrati di parete e un migliaio di a p
partamenti in una volta sola! Ma non si pelisi, p er
chè queste carte nascono
a
grande velocità, che le
cose
vadano tanto semplici e lisoie per tutti i tipi.
Del
resto a
chi non è capitato
sotto
mano almeno
una volta un campionario completo di carte da pa
rati? I ua serie di gros'i libroni
spessi
cosi, che già
a metà cominciano
a
imbarazzarvi per rahhondanza
della scelta c (pii. ad esempio, catalogano in (piatirò
distinti volumi qualcosa come 2 2 7 0 fogli, dai più
sottili e
andanti, che pesano una cinquantina di
grammi
al
metro quadrato, ai più
spessi
e costosi a
mollissimi colori, dorati, micati. talora impressi in
rilievo p er ollenere speciali effetti.
Alcune tappezzerie richiedono tutta una serie «ti la
vorazioni. come certe carie damascate che sembrano
di seta p e r lo stacco brillatile dei motivi e i vividi
rille«si. Leeone un magnifico esemplare che si sta
trasfigurando da una macchina all'altra. Siamo già
alla terza fase, lo stampaggio del damasco propria-
niente detto. Ma si era cominciato con le righe di
fondo, sfumandole immediatamente dopo, e cioè
ancora freschissime e appena lasciali i cilindri del
colore, con una fila di morbide spazzole. Poi era
seguita un a mano di mica mescolata in polvere a
della colla speciale; e la carta pareva già una seta.
T ra poco, di nuovo stampata e asciutta, passerà al
«g o ffrag g io », una specie di calandratura fra due
cilindri, uno d'acciaio ch e imprime, l'altro di c a r
tone indurito che funziona da contro-matrice, i
ipiali le daranno anche il rilievo perchè proprio più
nulla abbia da invidiare a un vero damasco.
In altri casi invece, specie per i basamenti, si tratta
di imitare pelli, cuoio, lincrusta e così via. con im
pressioni più o meno profonde, con superfici più
o meno opache, più o meno lucide. Solita stampa p ri
ma. successiva « goffratura ». eventuale vernice alla
spazzola, come per la m ica, ma a base di nitrolacche.
Poi vi sono le carte lavabili che. prodotte in una
gamma di tinte luminose e di gradevole aspetto e
perchè capaci di
resistere
anche a molti composti
chimici, si diffondono sempre più nell'arredamento
moderno: le carte fantasia per scatolame; le carte
fodera per valigeria che sono alte il doppio di quelle
da parati,
miiio
stampate, invece che con lacche ad
acqua, con colori di anilina sciolti in alcool, esigono
particolari cilindri di gomma.
Già. questi cilindri dei disegni... Quelli ormai seco
lari
fanno
buona compagnia in un enorme magaz
zino sotterraneo ai contemporanei e ai recentissimi.
Sont» tutti disporti in bell'ordine, agganciati ad ar
mature di legno che lasciano stretti passaggi liberi
17