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Una d«ll« grandi rotative p«r la carta da parati

«* convertono l'ambiente in una serie di alti co rri­

doi affiancati. le cui pareti sono composte esclusiva-

inente di -lampi curvi che \i sovrastano. v inve-

-tono. quasi \i guardano e vi o-«e—ionano con i loro

molivi ad altorilievo. Molli «olio di-legno di pero,

e il disegno vi è riportato «opra con applica/ioni

di feltro accuratamente contornato da margini di

ottone. K (piando il fregio -i «volge arioso e ad ampie

volute, come nelle «toffe del Quattro e Cinquecento

che lo ispirano. K la simpatia del puhhlico va an­

cora a questi tipi perchè « v e sto n o » ramhien te e

((donano» ai mollili.

Altri, specie per i fondi a plinti o a tratteggio, na­

scondono l'anima legnosa «otto una «elva di chio­

dini e di laminette che vi fanno peti-are a compli­

cati frum e n ti di tortura, a spazzole metalliche per

operazioni di tatuaggio, alla fantastica pazienza di

chi riuscì a condonare questi mosaici metallici da

qualche migliaio di pezzi. Qualche migliaio, tanto

per stare alla media, perchè «opra un cilindro pun­

teggiato di piccoli esagoni di«po«ti

ad alveare, un piccolo conto delle

righe, degli elementi geometrici in

ogni riga, delle puntine iti ogni cel-

letta. ce ne ha dati oltre quaranta­

mila. di tali minuscoli spezzoni-ini.

Solo metallici sono invece i cilindri

per la « goffratura ». incisi talora di­

rettamente con un hagno acido. In-

somma è un patrimonio che

sta

rac­

colto (pia sotto. I ua cilindroteca. la

si potrebbe chiamare, che documenta

ormai il gu«to di cinque generazioni,

il passare fugace di molte mode e

l'ostinato ritorno di altre, l'evolu­

zione continua dal complicato di una

volta al sempre più semplice e an­

che troppo di oggi, la straordinaria

fortuna di certi disegni che segui­

tano a fai presa siti puhhlico a colpo

sicuro.

Perché cosi

e

perchè qualche volta

tutto il contrario, malgrado l'inne-

gallile bellezza, la novità simpatica,

magari la genialità di una nuova

creazione;' Perchè l'arte e la tecnica

po«sotio

non bastare e resta sempre

un piccolo fattore imponderabile che

viene a rovesciare la più logica pre­

visione. I.'importante è di ridurre

questi casi al m inimo: e qui entrano

iti gioco l'esperienza c l'intuito uniti

a uno studio continuo. Sennò questa

fabbrica non manterrebbe oggi, a

ottantasei anni dalla fondazione, lo

stesso

primato di allora, come una

vecchia quercia che ogni anno inver­

disce di nuovi virgulti.

I na fabbrica, poi. in cui la vostra

visita ricomincia quando credete che

sia fidila. Avete esaurite le carte

da parati, è un secondo stabilimento che vi attende

per farvi conoscere tali e tante carte patinate quante

non ne vedrete più ili tutto il resto della vita. Ha

trent anni giusti questo reparto, che fu aggiunto

all'altro nel 1908 e. continuamente aggiornato, è un

modello del genere. Nè la

sita

denominazione gene­

rica tragga in errore perchè, anche

se

di carte pati­

nate ve ne offre ima varietà che mai avreste creduta

cosi copiosa, di bianche

e

di colorate, di semilucide

e di lucide, per litografia e per affissi, per sacchetti

e per scatole, oltre tutto questo bisognerà pur che

vediate a (piali prodigi di imitazione si è giunti con

le carte u>o pelle. K come si producono le paraffi­

nate che l'industria dolciaria cittadina assorbe ili

gran copia per l'incarto delle caramelle e dei pa-

•tigliaggi. K le gommate per etichette o le fibrose

per la rapida chiusura dei pacchi.

Ma lasciami» andare, rhc cc n 'è abbastanza con le

prime. K cerchiamo di riassumere in poche parole.

Si tratta dunque di patinare questi grossi rotoli, cioè