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tati conseguiti attraverso la battaglia del grano. La

recente

'ir c ilà

Ita iiwgnato ancora qualche cosa:

la battaglia -ara vieppiù potenziata anche per

quanto riguarda la difesa contro questa calamità.

Sono infatti in corso di preparazione dei giganteschi

lavori allo scopo di porre le acque dei grandi laghi

subalpini al servizio delle campagne nel caso do­

vesse ancora verificarsi una siccità pari a quella ili

quest'anno.

La nostra battaglia del grano — nella quale inclu­

diamo naturalmente anche tutte le «agge disposi­

zioni riguardanti le miscele delle farine

e

la pani­

ficazione fa sentire sempre di più la sua influenza

anche

su g li

«cambi con

I

estero. Nei primi cinque

mesi di quest anno le nostre importazioni (escluse

quelle dai nostri possedimenti d oltremare) hanno

raggiunto i 4.868.000.000 di lire contro 3 miliardi

e 147 milioni di esportazioni, segnando così la ridu­

zione del disavanzo della nostra bilancia commer­

ciale a 1720.3 milioni contro i 2126.3 milioni dello

stesso

periodo deH aiino scorso, (ale miglioramento

è dovuto, oltre che alla limitata importazione di

grano, alla diminuzione dei prezzi delle materie

prime ed al maggior

Uso

di prodotti nazionali.

E

interessante rilevare ancora come questo migliora­

mento trovi proprio il suo fondamento nell efTetto

congiunto della diminuzione delle importazioni

e

dell'aumento delle esportazioni. La contrazione dei

nostri acquisti va ricercata nella graduale e te­

nace volontà di sostituzione dei prodotti esteri con

prodotti nazionali. L ’autarchia si manifesta inoltre,

come sempre dicemmo, benefica -lilla situazione dei

nostri conti con l’estero non

so lo

nel campo delle

importazioni, ma anche in quello delle esportazioni,

il che è altamente significativo poiché si verifica

mentre al rii

«Ielle nostre frontiere la crisi eco­

nomica incide in misura non indifferente sulla ca­

pacità di acquisto dei consumatori. Tanto per citare

qualche cifra, possiamo ricordare come la bilancia

commerciale francese »tia rapidamente peggiorami»»

così da chiudersi, in questi primi cinque mesi, già

con un passivo di otto miliardi di franchi, mentre

i suoi di'occupati hanno raggiunto la cifra di oltre

400 mila, con un aumento di 33 mila unità rispetto

al maggio 1937.

Nei campi ove la nostra penetrazione commerciale

pareva più difficile, possiamo ricordare, ad esem-

pio. come le statistiche «lei primo trimestre «li «pie-

st'anno ci dintno che l'Italia ha partecipato

all'approv vigionaniento «li fi«»cco «lei mercati» nord-

americano per 1*83 °ó contro liti 11 % del (riappone

e«l un 3.3 °ó dell’Inghilterra. Nel campo «lei filati

• iatm» rima-ti ancora inferiori al Chiappone. ma le

notizie giunte dopo le 'tati-tiche ci dic«»n«> chiara­

mente «'olile anche qui le n«»stre pttsizioni stiano ra­

pidamente migliorando.

I traffici con le Colonie non hanm» registrati». in

(juest'ultimo periodo. 'p«»stamenti notevoli rispetto

al 1937. Durante il prim«» quadrimestre «li que-

st anno i nostri poss<*dimenti «l’oltremare ci hanm»

52

fornito più del

90

°,( «lei fabbisogno di spugne,

|'80

% dei rottami «li rame e sue leghe, il

33

1

: %

di madreperla gr«*ggia. il 12’ : % di calle e il 9%

delle importazioni di frumento. Complessivamente

abbiamo importai*» in cimpie me-i per 100 milioni

«li lire e vi abbiami» esportato per un miliardo.

(Questo notevole avanzo,

se

pure ha un'importanza

economica e morale, non rapprc'cnta però alcun

contributi» alle nostre disponibilità ili

divise

perché

gli scambi avvengono in lire, numtre tali disponi-

hilita risentono indubbi vantaggi dai miglioramenti

della nostra bilancia con l’esten». Da rilevare il

fatto che il ritmo degli invii di risparmio dai n«»slri

lavoratori fuori della Madrepatria non accenna a

diminuire. Dalla sola \frica Orientale, ili maggio,

sono giunte lire

113.634.304.

che fanno «•«•si ascen­

dere la somma «Ielle rimesse dal gennaio

1933

al

maggio

19.38

a lire

4.374.833.811.

I

30.216

rurali

italiani temporaneamente emigrati in (Germania,

hanno inviato nei primi venti giorni ben t milioni

di lire.

Nuovi interessanti accorili

«»ltre a vari normali

trattati «li «•«itnmercio cim altri Paesi — sono stati

stipulati con la Germania per la r<*golanieutaziont

«lei rapporti economici. Nello ste—o tempo. oltr«- a

cercare di migliorare sempre di più l'organizzazione

della produzione all'interno, 'i potenzia «piella del­

l'impero. nelle terre del quale S. K. Teruzzi -ta

appunto compicn«lo un’accurata ispezione per giu­

dicarne direttamente il grado di efficienza raggiunto

e le possibilità «li lavori» per altre migliaia di ita­

liani. Intanto, in Italia si >ta preparando per l’ot­

tobre venturo la grandiosa partenza di altre

1800

famiglie coloniche, comprendenti un totale «li ló

mila rurali, che dovranno perfezionare la nostri

«‘«•Ionizzazione demografica «Iella Libia.

Concludemlo. dopo s«tl«» otto mesi da che il Ducf

additò in modo inequivocabile gli obiettivi autar­

chici da perseguire con tutte le forze alla seduta «lei

Comitato Corporativo Centrale, si può affermar?

che tale azione ha ora raggiunto il 'ilo pieno ritmo.

K«l essa, se vede la partei-ipazione sempre più t«»ta-

litaria di tutt«» il popolo. •«* ne impenna tutte Ir

energie spirituali e materiali per il raggiungimento

della vittoria, trova sempre più al

-ilo

centro, <jualf

animatore instancabile, il pensiero e l'esempio di

Benito Mussolini. Come affermò S. K. Alfieri alla

chiusura «Iella Fiera «li Padova, l'autarchia è un

grande atto di volontà, la prova «li una maturiti

storica di cui gli Italiani «lehhono rendersi sempre

più degni. F»sere indipendenti entro i propri «’«»n-

fini significa potenziare al massimi» l'orgoglio nazio­

nale. significa potere affrontare c«»n animo ferino e

sereno qualsiasi evento, anche il più grave. Significò

dunque poter mirare i più alti destini con la scu­

rezza che i mezzi «aranno adeguati agli sf«»rzi. e«l

il raggiungimento deH'autarchia stabilisce «piindi

un nuovo altissimi» titolo «li riconoscenza della Na­

zione verso il Duce.

RAFFAELLO ROMA*

S T E L L E S C

L'ultimo libro di poesia di \ illaroel (Stelle stigli

aitici. Mondadori) viene ad aggiungersi alla già co­

piosa produzioni- di

«piesto

scrittore che si è andato

man mano 4Ìefìnen<i«> con maggiore chiarezza, se­

guendo una strada sola e costante. Dop«» « Pei chio­

stri dell anima >». che v del 1910, « Le vie del silen­

zio » ( 1914), « La tavolozza e 1«»b«»e>» ( 1918), « La

bellezza intravista » ( 1923), « Ombre sullo schermo »

( 1930), « Il cu«»re «* I assurdo» ( 1933) ecco <|uesto

libro nuovo che continua bene la fatica intrapresa.

In volume, «jnello «li oggi, in cui grande copia di

liriche si assomma, a disegnare la figura composta

e compiuta di un poeta che ha la sua v«»«‘e. Oggi, i

poeti che hanno una loro v«»ce, ma «li***» «loro»,

sono

pochini. Si

son«»

andati formando dei gruppi,

non dir«*i scuole, perchè tntppo onore, ma «lei

gruppi si, accolte «li signori che si fregiano «li

•lemmi e corone, si autoappellano scambievolmente

«poeta intenso », « poeta intimi» », « poeta mo­

derno » (parola che ili poesia fa appena orrore, ina

«•Ile

rivediamo

spessi»

e nielli affatto volentieri nelle

paginette «lei critici assorti ed intransigenti).

Dire dunque di un p«»eta che ha una voce sua, oggi,

non è poco.

(.Ile «-osa ci «lii-e. questa « voce »?

Li

di«-e cose semplici e cose pr«tf«»ude: riesce ad

avere un suo s«»strat«»

filosofici»

senza dimenticare

le necessità e«l i caratteri della p«»esia; si accoppiano

a descrizioni, paesaggi, ritratti, acquafòrti, veri

liraui filosofici, ili cui l'universale è sondato e sen­

tito

vivo, e il mistero «Iella materia e dello spirito

trova un su«» legame umano e necessario, una sua

ragione d'armonia e una sua legge. È «|ui il Yillaroel

ili maggiori pretese.

Egli si nutre nella tradizi«»ue. Spesso e con facilità

*i serve «Ielle str«»fe: non limiti oggi se ne servono:

essendo invalsa la facile moda «lei cosidett«» vers«»

libero. Kidicola presunzione, di gettare alle ortiche

li* regole: vers«» libero, contrapposto a verso ob­

bligati» non esiste: tutti i versi sono liberi e tutti

nino legati, a necessità, a regole «li musica, di espres­

sone. di misura; ma già queste cose è inutile ripe-

t«*rle alla t«»rma di dilettanti che infestano le gaz-

lette e le riv iste e i periodici, con la pretesa di toccar

r"l «lito la poesia s«»lo frullando fiaccamente c«m

orte l«»ro imaginette leziose e infarcite di cattivo

sU'to. Il guaio si è che hanno am*he il coraggio di

lirar in hallo Le«»pardi: e di racc«»ntarci che anche

lui... Orbene, e i veri p«»eti ce lo dimostrano, il

'er.o non risp«»nde mai a schemi : risponde sempre

* necessità di vario ordine — fra cui anche tec­

nico — : perciò esso verso è ben distinto dalle

fa­

migerate parole in li!»ertà di trapassata memoria.

La strofa

di V

illaroel è piena e sonora. C'è

qual-

n>sa di opulento e

di

sensuale nella

composizione

G L I A B I S S I

«lei nostro, il «piale ha dovizia di immagini, festa di

suoni, musica canora e spiegata, nelle sue c«»se più

belle.

F tra queste mi è caro ricordare « Aria «Iella mia

terra ». poesia che sento bene nel dima di oggi,

s«»lare coni essa è e aperta e sincera. Sentite:

\uri e >

olii del la casa: Ir panile tranquille

•Ile riecheggiano (ili anni dalle . t e e line-ire!

C'è uno 'guardo materno, un respiro i>il\r>tre

dietro il ehiijMi delle ortaglie e le siepi delle \ille.

I n ritmi» piano e cordiale, che permette un susse­

guirsi elementare e gentile di immagini e di «piadri.

Come «juesto:

«Quando passa il funerale, eoi >uo carro durato

e il prete eoi» la crore dietro il feretro gramo,

i vecchi, dai lialeoni. »i scoprono al richiamo

eon un .egno di tristezza e uno .guardo ra.*egnato.

C'è odore di campagna e di campo. Calma, una

calma umana e buona «‘he ci consola: cosi in

«Amore di terra lontana»:

>annunziano le «ere eoi polverio degli armenti

e nei cortili fioriti agucchiano le fanciulle.

Le ca»e si addormentano tra un dondolio di culle

e le porte .i chiudono dietro l'urlo dei \enli.

1 alora il ritmo <*ede, le maglie si aprono e la poesia

si ritira. Naturalmente su una cosi copiosa messe

di c«»mposizioni non è possibile non notare qualche

nino basso. Ma la rilevanza della nota è scarsa, poi­

ché la figura del poeta non se ne oscura. Conside­

rate « Fvasione » (una «Ielle liriche del gruppo

« Amare », secondo me, gruppo non m«»lto signifi­

cativo): vi som» numerose debolezze, ma il poeta

sa, non ostante il tono minore «Iella «'reazione, ri­

sollevarsi e dire:

«Ira, nel giro della sera orlala

d'azzurro e d'ombre, il tuo profilo e\ade

col re.piro dei rampi nel silenzio.

Forse la più bella, indubbiamente fra le più belle,

la lirica « Dispersione », tutta avvolta in una mu­

sica discreta e mantenuta. Il migliore Yillaroel vi è

profuso, così ricco di calore, c«>si vicino alle anime,

tutto vibrando di sentimenti schietti e profondi. È

buono il suo a«'corato pensare in sulla sera, che si

« diffonde tra soglia e soglia ». Anche una volta Leo­

pardi è rivissuto : oggi più che mai si sente e rivive

la grandezza del più significativo lirico degli ultimi

secoli. Yillaroel dipinge, carezza:

-Nasce una foglia tenera dal ramo

che batte dal cortile alla finestra

e la .era precipita »ui tetti

con tremolìi di delle.

(Quattro versi che mi insegnano a voler più bene ad

un caro poeta.

IZIO CAINI

a