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ATTRICI PIEMONTESI NEL TEATRO ITALIANO DI PROSA

GIACINTA PEZZANA

d i 6 UI 0 O Z A N O T T I

l ’na sera del lontano 1849, Giacinta Pezzana — che

era allora una fanciulletta di otto anni, — fu condotta

da suo padre al Politeama Gerbino (1) di Torino a ve­

dere «L'orfanella delle Alpi », dramma popolare assai in

voga a quel tempo. Il signor Pezzana, senza saperlo

segnava in quella sera il destino della sua figliuola. La

piccola Giacinta fino allora non era mai stata a teatro;

e non sapeva neppur bene che cosa fosse. Strada fa­

cendo lo domandava a sé stessa con ansioso desiderio.

Durante la rappresentazione la Giacinta non perdette

una sillaba, rimase sempre assorta allo svolgimento del­

l'azione, partecipando con intensa commozione alle sue

vicende. L’insieme dello spettacolo colpì profondamente

la sua fantasia; sul suo piccolo volto si dipingevano la

meraviglia e l’entusiasmo. Non si lasciò sfuggire nessun

particolare, tutto le pane seducente e grandioso: l’am­

biente, il pubblico, le scene, gli attori, gli applausi. E

quella sera la bimba di otto anni uscendo dal Gerbino

promise a sè stessa di diventare una grande attrice.

Torinese di nascita e di casato — era nata a Torino

il 29 gennaio 1841 — Giacinta Pezzana apparteneva a

famiglia benestante; suo padre era proprietario di un

ben avviato negozio di mobili e di tappezzerie di stoffa

in Piazza Vittorio, sua madre, Carlotta Tubi, era tutta

dedita alle cure della casa; Giacinta aveva una sorella,

maggiore di lei di qualche anno, avviata agli studi di

lingue straniere; e frequentava come alunna esterna

l’istituto delle Suore Giuseppine.

Dal giorno successivo a quella serata memoranda,

Giacinta si dà un gran da fare per trovare libri che con­

tengano poesie o racconti, sceglie quelli che le piacciono

di più; poi li impar. a memoria e li recita; improvvisa

scene drammatiche e studia pose ed atteggiamenti da­

vanti allo specchio. I suoi familiari non dànno impor­

tanza a quel suo affaccendarsi, restano indifferenti, sor­

ridono, lo ritengono un gioco, un passeggero entusiasmo;

non la dissuadono nè l’incoraggiano, la lasciano fare.

Intanto alla scuola delle Suore la ragazzetta riporta i

primi premi nella recitazione di poesie sacre.

II tempo passa. Essa ha raggiunto i quattordici anni

e poiché è sempre in lei più viva la passione per il teatro,

(

1

) 11Politeama Gerbino era situato in via Maria Vittoria an­

golo via Phna. La (ala era un po' più piccola di quella del Teatro

Carignano; era accogliente e simpatica ed aveva due spaziose

gallerie Era divenuto il primo teatro di prosa di Torino dopo

lo scioglimento della Compagnia Reale Sarda. Vi agirono per

circa un cinquantennio le primarie compagnie drammatiche ita­

liane. Lo sviluppo edilmo di Torino, arrestato dalla collina e

ripreso in altre zooe della città costrinse quel teatro alla deca­

densa. Infine fu chiuso ed abbattuto. Rimangono di esso i muri

esterni prospicienti le vie Maria Vittoria e Plana. In luogo del

teatro sorse l'attuale casa di ahìtarèn»

chiede il consenso ai suoi genitori di poter frequentare

i corsi di recitazione all’Accademia Filodrammatica di

Torino, esprimendo l’intenzione di avviarsi alla carriera

del teatro... I genitori si mostrano perplessi, riluttanti,

espongono dubbi, frappongono difficoltà, non ultima

quella delia fama poco buona che allora s’accompagnava

alle ragazze che si mettevano per quella via... Ma infine,

pensando che un deciso rifiuto poteva alimentare mag­

giormente quella passione anziché smorzarla, si arren­

dono e dànno fl consenso. Dopo ch'ebbe frequentata

per tre mesi l’Accademia, la nostra artista in erba ne

venne dimessa perché «mancante di attitudini per

l’arte». Ma la celebre Carolina Malfatti, che dirigeva

una propria scuola di recitazione e già aveva udito reci­

tare la giovinetta all'Accademia e ne aveva intuito le

singolari attitudini al teatro, chiamò a sé la Giacinta

e seppe anche convincere i suoi genitori che la carriera

dell’attrice drammatica «si poteva percorrere con de­

coro e dignità », e assicurò da parte sua che la Giacinta,

contrariamente al pareredeU’Accademia Filodrammatica,

possedeva tutte le doti ed i requisiti per riuscire un’ot­

tima attrice. E anche questa volta i genitori annuirono.

Giacinta Pezzana era raggiante di felicità; ormai

essa vedeva Ubera da ogni ostacolo la via che deside­

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