

UN VIVAIO DI MINATORI
B R O S S O C A N A V E S E
PAOLO TOS E L
Chi, da Ivrea o da Castellamonte, attraverso la verde
plaga descritta e cantata da Giuseppe Giacosa, raggiunge
il paese di Brosso Canavese, jjercorrendo le buone strade
d’accesso che sono state recentemente asfaltate, proba
bilmente non penserà che nei secoli passati questa se
rena località sia stata teatro di tante e cruente lotte.
Non mancarono e non mancano gli studiosi di questi
storici eventi, che talora hanno del leggendario e fra i
tanti si annovera il cav. Natlino Bovio che fu largo di
notizie allo scrivente.
Brosso si adagia a 708 metri sul livello del mare
in un ridente bacino sopra il ciglio dell’imponente mo
rena laterale dell’antico ghiacciaio aostano. Questo centro
valligiano, i cui abitanti sogliono chiamarsi valbrossesi,
trovasi press’a poco al centro della valle di tal nome
nella quale scorre il torrente Assa che, come il vicino
Chiusella, è affluente di destra della Dora Baltea.
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primo trae le sue acque da due sorgenti montane, ubi
cate luna sul Monte Gregorio e l’altra più in basso e
precisamente a m. 1100 in località Acqua Bella tra le
rupi della Torretta delle ('ime.
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Chiusella sorge invece
dal versante sud-est del Monte Marzo ad un’altitudine
di oltre iboo metri. Entrambi questi torrenti, ricchi
di trote prelibate, hanno una lunghezza di circa 25 chi
lometri, scendono a valle cercandosi un passaggio fra
rocce e macigni che dànno origine a spumeggianti ca
scatene; le loro acque, prima di rimettersi nella cerulea
Dora, alimentano numerosi canali irrigui ed impianti
idroelettrici.
Brosso è circondato da prati e castagneti che si spin
gono verso lo sperone roccioso detto «Calussa» il quale è
seminato di massi erratici, ricordi del periodo glaciale.
Per la sua posizione, per il suo clima temperato, per
l’amenità dei dintorni, fra cui basta ricordare il laghetto
di Meugliano, il Monte Gregorio (m. 1953), e la Caval
laria (m. 1464), per la ricchezza d’acque sorgive, fra cui
una sorgente d’acqua ferruginosa (è anche allo studio un
nuovo acquedotto), Brosso Canavese è un frequentatis
simo luogo di villeggiatura. E la permanenza in questa
plaga è facilitata e resa più gradevole dal tradizionale
senso di ospitalità degli abitanti. Purtroppo, causa l’emi
grazione, molte case sono vuote e soggette a progressiva
degradazione. Gli abitanti che un tempo non tanto
lontano erano quasi un migliaio, sono ora ridotti a
circa boo. Naturalmente questa popolazione si molti
plica nei mesi estivi, grazie alla folta colonia di ospiti
affezionati.
Per l’assenza di uomini validi, le donne, animate da
un forte e radicato senso del dovere, si sobbarcano i
lavori più duri e pesanti e, pur essendo di razza florida
e robusta, si sformano e sfioriscono anzitempo.
Bto»o - CU
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Parrocchiale.
Dal piazzale antistante l’antica chiesa, a cui dà
accesso un ombroso viale di annosi castagni, si gode uno
stupendo panorama con vista sul Cervino, sul Rosa e
sul bacino d'Ivrea con i suoi laghi. Un augusto perso
naggio defini questo piazzale il miglior belvedere del
Piemonte.
Ivrea, che già un secolo avanti Cristo si era costi
tuita in colonia romana (Eporedia), ebbe tee secoli dopo
un questore edile e decurione della città assai famoso,
Caio Atecio Valerio, di cui si conserva nell’atrio della
Cattedrale un bellissimo sarcofago marmoreo. Egli volle
fiorente la colonia e si adoperò affinchè, fra le altre opere,
fossero innalzati, in tutta la regione, templi dedicati ad
Apollo. Cosi a Brosso, sul dorsale che domina la pia
nura e da cui si profila ad est in tutta la sua bellezza ed
in linea uniforme lo sfondo della «serra a la più grande
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