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11 taccheggio di Exilles.

La partenza dei mercanti.

viava ambasciatori a chiedere ragione e riparazione d e l!o f­

fesa e del danno.

Severa era la giustizia.

11

colpevole di rapina era con­

dannato a morte che poteva evitare pagando cento lire. Ma

se era recidivo perdeva la vita, purché la cosa rapinata

eccedesse il valore di cinque soldi. L'incendiario era bru­

ciato vivo, i traditori venivano decapitati. Nessun cittadino

poteva venire incarcerato se offriva una cauzione. In caso

ili guerra suonavano le campane e i cittadini ab;Ii alle armi

s radunavano sulla piazza del Comune. Se tutti dovevano

andare a combattere si inviavano messi ai signori di Bei-

nasco. vassalli del Comune, perchè venissero, secondo i

patti, a pigliar la guardia delle porte di Torino, se invece

il reclutamento era limitato, si « gettavano i dadi » per sa­

pere a quale « quartiere * convenisse partire prima.

Accanto alle leggi precise, al fervore di rimodernamento

edilizio Torino vede dal IlOO al I n i fiorire

1

industria

con le fabbriche di drappi e di tele Nel I l

22

il Comune

recluto * persone pratiche •. sussidiandole, perche fondas­

sero fabbriche di panni. Nel

14-19

mastro Bigniasco otte­

neva la cittadinanza a patto che insegnasse ! arte di tessere

alle ragazze Nel

1449

Giovanni da Serravalle ottenne gra­

tuitamente una casa e introdusse « 1 arte di far drappi di

seta ». Ogni pezza che usciva dai laboratori veniva control­

lata dagli specialisti del Comune e in segno di approva­

zione le si apponeva un suggello di piombo col se,uno del

toro.

Non mancavano gli imbroglioni. Cosi ad esempio nel

l tì() i fratelli Cornagli.! ottennero un sussidio di

200

fio­

rini per fondare una nuova fabbrica di panni. Ma essi,

intascati i denari, fuggirono. Furono tuttavia inseguiti, rag­

giunti ed ebbero esemplare punizione.

In questo fervore di \ira sta il primo «risorgimento»

economico e industriale di Torino

Anche gli studi venivano curati con particolare atten­

zione e accanto ad essi la vita religiosa, anche se. a volte,

tra Comune ed Ecclesiastici, le acque si intorbidivano, per

colpa di entrambe le parti.

Il

Cabrano

(Storta di Torino,

voi. I. pag. s

77

. ed. Fon­

tana. 1H-U>i ricorda la celebre predicazione nel 1 »-»(> di fra

Giovanni Marchis i) e più ancora nel

1402

quella di S V in ­

cenzo Ferrerò. «

il

Comune — scrive il

(

brano — lieto

delle conversioni che operava quella potente ed ispirata

parola gli fe presente d una carrata di vino, che torno in

elemosina ai suoi domenicani ».

Meno sereni erano i rapporti della utradinanza con i

principi di Savoia a causa di una donna. Anna di Cipro,

sposa tiranna de! duca Ludovico, figlio del beato Ame­

deo V ili. Anna, padrona dispotica del marito, regnava con

la volubilità di una donna bella, senza amore verso i sud­

diti e con l’unico scopo di far quattrini da inviare all'isola

natia. Perciò le discordie si accesero tra i proprii figli, tra

i baroni, mentre i commerci languivano, la giustizia veniva

trascurata e ognuno correva all'arrembaggio di amicizie e

di favori.

Di qui le tristi vicende di rivalità spesso soffocate nel

sangue, di guerre contro gli Stati vicini che impoverivano

l’erario e soffocavano lo slancio ricostruttivo di Torino pa­

ralizzando. con la miseria e con le tasse, ogni più nobile-

iniziativa.

Arriviamo cosi all'anno I

4 5

s con il fragore delle armi,

il passaggio per le contrade delle compagnie di ventura,

la ripresa del brigantaggio, l insicurezza dei commerci. Pro

prio mentre le alterne vicende rendevano i giorni tumul­

tuosi e incerti avvenne in Torino il meraviglioso prodigio

Eucaristico. Prodigio unico del genere nella storia della

C hiesa, e che valse a Torino il titolo di «città del SS. Sa­

cramento ».

Molti studiosi e storici ci hanno dato la narrazione di

quanto avvenne in quel lontano 6 giugno U W Possiamo

citarne qualcuno

P in < .o n f

Emanuele Filiberto (in « A u ­

gusta Taurinorum » - Taurini, Nicolai Bevilaqua. I V 7),

Hi d i Agostino

(Miracolo del SS. Sacrami-uto occorso tu

! ormo l amio

/-y

5

ì

li

6

giugno

- ed. Gerardo Giuliano

Il mulo che cade.

4