

Affresco nel Palazzo civico - Sec. XVII.
Affretco del XVII secolo.
stampatore c libraio in Doragrossa,
1587
);
Uc.HF.l.l.10
Fer
dinando (in « Italia Sacra», editio seconda • Venetiis apud
Scbast. Coleri,
1719
); P. Gianmaria S o la r o (//
miracolo
Eucaristico di Tornio,
ed. Canonica (Torino) di lusso,
1894
);
Vincenzo P ap a
(Saggio di uno stud:<> critico sul miracolo
del Sacramento ai tenuto in Torino l'anno I
451
-
Torino,
Bona,
1899
); Angelo C o lom b o
(Memorie istoriche e ra
gionate sopra l'insigne miracolo del SS. Sacramento
- Torino,
Stamperia Reale,
1753
); Ferdinando R o n d o lin o (//
mi
racolo del SS. Sacramento -
Torino, tip. Subalpina.
1891
);
Giovanni L a rd o n e
(Il miracoli, linearismo di Torino,
tip.
S. Giuseppe, Asti,
1953
); Angelo A ram i
(lì miracolo liu-
canstico di Tonno
- documentazione - ed. « Il foglietto»,
Torino,
1953
).
Notiamo subito che il « verbale » del fatto miracoloso,
stilato nel
145 3
, andò smarrito. Pare che la causa sia da
ricercarsi nello storico Pingone che lo ritirò dal Comune
per servirsene come documento e, dopo la sua morte, smar
rito con tante altre carte del disordinatissimo ed estroso
torinese.
Rimangono le « narrazioni » di coloro che poterono at
tingere a quella fonte primitiva. Sopra di queste narrazioni
con acuta sintesi e intelligente discernimento ha fatto uno
studi*) recentissimo il chierico del Seminario di Rivoli,
Vincenzo Brossa in preparazione del V centenario del m i
ti miracolo.
racolo. A lui dobbiamo — e con riconoscenza — il racconto
critico che segue.
C era guerra in Delfinato nel
1453
, così incomincia lo
scritto di Vincenzo Brossa.
Francesco Sforza, duca di Milano, impegnato nella lotta
contro la Repubblica Vener> e successivamente contro Lo
dovico di Savoia e Gugl
Monferrato, sentendosi
impari all' presa nonostante l'appoggio fiorentino, aveva
chiesto aiuto al Delfino di Francia, Carlo VII. Questi sera
adoperato presso Renato, duca d'Angiò e di Lorena, il quale
lusingato dalle promesse del milanese (120.000 fiorini d'oro
annui, oltre la promessa d'aiuto nella prossima guerra per
la conquista del Regno di Sicilia, di cui abusivamente già
usava il titolo di re) sera deciso a scendere in Italia.
Se stiamo a quanto ci dice il Muratori negli annali
(tomo IX - Milano
1744
), le trattative furono messe sul
tappeto all'inizio del gennaio
1453
, e pochi mesi dopo
Renato d'Angiò, alla testa di
3500
uomini a cavallo, tentò
il passaggio delle Alpi. Il tentativo però non gli riuscì,
poiché il Duca di Savoia gli mosse incontro con i suoi
uomini. Lo scontro delle truppe avvenne nel Delfinato.
Molto probabilmente il documento capitolare del
4
set
tembre
1456
parla di questi disordini quando accenna al
miracolo. «
...ad honorem et reierentiam. corpons Domini
Nostri Jeiu Xpi Intenti et positi in hac eccleta die XX I
augutti M’ ccccLiij tempore, exercitij discordie et guerre
dalpbtnatus...
».
Sebbene il villaggio di Exilles si trovasse sul confine
del Delfinato, tuttavia non potè essere risparmiato dalle
scorrerie dei soldati. Fu anche saccheggiato. Il Bucci, che
ci documenta il fatto, accenna pure al motivo che io deter
minò. Gli abitanti di Exilles avrebbero trattenuto a forza,
fra le loro case alcuni mercanti con la loro mercanzia: si
trattava certamente di gente piemontese, poiché i soldati del
Duca di Savoia sentirono il dovere di vendicare l'affronto
con il saccheggio.
Ma cera poco da portar via ai pastori di Exilles. Le
case furono messe sossopra nel tentativo di raccogliere il
più possibile. Qualcuno riuscì a penetrare nella chiesetta e
vi rubo, tra il resto, un Ciborio d'argento contenente il
SS. Sacramento. Sorge qui il primo interrogativo: costoro
che penetrarono nella chiesa per rubare, erano soldati od
erano i mercanti che furono la causa del saccheggio, op
pure forse fu gente estranea che approfittò delloccasio..?,
quando già i soldati avevano lasciato il villaggio, per fare
il colpo.'
I
documenti che possediamo non sono sufficienti a diri-
mere la questione. II documento del Pingone, mentre deter-