

I PREMI CITTÀ DI TORINO
PER LE ARTI FIGURATIVE
di M A R I U S R U S S O
U n ’atmosfera cupa, di generale depressione, re
gna nell’ambiente artistico torinese dopo il verdetto
emesso dalla giuria per l’assegnazione dei premi
’’ Città di Torino Un verdetto senz’appello che
non ha soltanto sorpreso.
Gesti del genere hanno risonanze che vanno oltre
le intenzioni e lasciano tracce profonde, specie nell’a-
nimo dei giovani che s’accostano all’arte con ’e per
plessità, gli entusiasmi e le irruenze proprie della
gioventù, e restano disorientati, anche perchè non
sanno più in che cosa credere e in chi credere, che
quel poco che hanno fatto se lo sentono frantumare
tra le mani. Dove andiamo allora? Essi chiedono.
Famosi artisti e un critico illustre hanno detto:
” Questo è scultura ” e ” Questo è pittura ” e tutto
c crollato: tradizione, cultura, mestiere, che le
opere premiate, e distinte da centinaia di oltre, stanno
a se. appartengono soltanto ai rispettivi autori.
Non spinti dunque da animosità verso alcuno che
desideriamo porre in discussione Ir ragioni estetiche
che hanno guidato la giuria nell’assegnazione dei
premi. 11 tatto poi che il Sindaco faceva jwrte di que-
Ma giuria non salva nessuno anche se ci risulta aver
egli votato contro talune assegnazioni. Poiché erano
sotto giudizio cose dell’arte, soltanto i giurati artisti
sono responsabili e quelli chiamati di fuori in ispecie,
che si trovano nell’infelice condizione di presuntuosi
venuti in provincia * fare scandalo, trascurando che
il giudizio espresso congiuntamente ai giurati locali
ha impegnato la loro personalità, il loro gusto, le
loro tendenze, i loro ideali.
Eppure, tutta l’opera di Carrà sta a dimostrare
che il suo ideale non è rappresentato dalla pittura di
Morlotti, nè dalla scultura di Viani. E gli scrìtti di
Longhi fanno pensare come egli, in questa circo
stanza. abbia tradito le sue teorìe e le sue aspirazioni.
Sì, è vero, stando in cattedra si possono esprimere
giudizi su opere diverse dalla nostra, purché ri
guardino il mondo deU’arte in generale, ma è ovvio
che una certa coerenza con noi stessi deve sempre
sussistere.
Noi pittori si pigliamo licentia
che si pigliano i poeti e i matti.
(Paolo Veronese)
Così, dopo i sommari accenni della crìtica uffi
ciale, si è fatto il silenzio intorno a questa Esposi
zione Nazionale di Arti Figurative, allestita questo
anno dalla « Promotrice delle Belle Arti » con nobili
e ambiziosi intendimenti. Viste sui giornali Ir foto
grafie delle opere premiate, il pubblico s’è detto:
« Se
queste sono le migliori!... » e si è subito disinte
ressato della cosa. Scarsa affluenza di visitatori dun
que alla Palazzina del Valentino ove ci si sente op
pressi dall’ineluttabilità di una situazione falsa che
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