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N tkf CaioraB - Dormiente

dura da troppo tempo. Troppi giudizi espressi a van­

vera. troppi premi gettati sulle spalle di piccoli unto­

relli. o sistematicamente distribuiti in una ristretta

cerchia ili pseudo artisti o di professionisti dell i com­

petizione \inta in partenza. Oppressi dal silenzio che

segue la strage, lungo le pareti stanno allineate e

sgomente centinaia di opere, declassate dall'insulsag­

gine e dalla banalità delle opere a cui sono state ag­

giudicati i primi premi. • Scarso livello artistico ■

ha sentenziato Alberto Rossi. • Inflazione pittorica al

Valentino > ha scritto Marziano Bern.iidi. Ma si

tratta di giudizi troppo severi. A noi pare che il

livello ili questa mostra non sia tanto inferiore a

i|uello delle mostre degli altri anni. Vi figurano ope­

re di notevole impegno sia di artisti anziani che di

allievi e di giovani promesse. Invece, che lo

Studio

l'

o'/ di Morlotti sia una sagoma da tiro a segno e

il Nudo di Viani un paracarro, lo vedono anche

i ciechi. Eppure la giuria ha stravisto. Perché? Quale

attenuante possiamo accordare a giudici come Carrà.

Casorati, Longhi. i quali sanno perfettamente che

non dovevano esprimere soltanto giudizi soggettivi

e che dovevano fare appelb alla loro esperienza tee

nica. nel senso più ampio di questa parola. .* come

sia possibile oggi stabilire con molta approssima­

zione. dopo un cinquantennio di polemiche de! tutto

scontate, se un'opera d'arte c meepita fuori dei canoni

accademici, sia valid.; oppure no.

E’ innegabile, ed evidentissimo, che l’opera pre­

miata di Morlotti abro non è che uno sfarfallare del

|>ennello entro una sagoma di una banalità sconcer­

tante. Tutte le tinte, impreziosite dalle vernici, pit­

turate entro questa sagoma non aggiungono un ette

.•I suo profilo che resta quello di un mezzo busto

goffo e qualunque. L'altro quadro dello stesso Mor­

lotti • Nudo in piedi. 1953 ■non è che la ripetizione

dello stesso aggregato di pennellate sciroppose sulla

struttura di un manichino, quasi accademico. Tutto

il pittoricismo squallido e improprio di certo malin­

teso espressionismo ha in queste opere la sua esalta­

zione.

Potremmo servirci dell’opera premiata di Viani

per iniziare tutto un discorso sulla scultura di questo

ultimo cinquantennio che ci porterebbe molto lon­

tano. ma ci limiteremo a dire chc. come per tutte

le firme chiuse, che non presentano soluzioni di

continuità, quali ad esempio la sfera, l’opera di Viani

si presta a un bistierio di questo genere : « Si tratta

di un’opera senza contrasti, per l’estrema e raccolta

disciplina delle ondulazioni, l’assenza di oscillazioni

i di ogni proiezione angolare o tentacolo spaziale.

In essa un'aperta distensione si libera trionfalmente

nell’unità senza residui, (eccetto le due sferette disu­

guali poste alla sommità del pezzo scolpito, a mo’

di gozzo o di una gemmazione incipiente), superan­

do una lunga indagine e teorizzazione della forma

L. S p iz n p in - Pretini.