

F. Stroppo • Ritmi giallo-neri.
H’ chiaro che u:i discorso simile va Ix-nc anche
per ciò che accade limitando una forma tra due pa
rentesi o due curve qualsiasi per delimitale una aerea
cissoidale, mentre in ciò che Viani h i creduto di
vedert realizzazto nella sua opera non esiste che un
richiamo troppo scoperto a una qualsiasi protube
ranza affusolata con la quale la scultura non ha che
un rapporto accidentale, mancandovi P.ifflat.) lirico
di un’intenzione sincerami nte formale, che oi»ni ac-
cenno d’evasione dal consueto modellare s’accartoc
eia su se stesso, non risultando dall’opera, come noi
la vediamo, quel tanto di inedito al quale il Yiani
aspira.
Si tratta dello stesso equivoco in cui cadono certi
tintori,
(essi sanno di non essere pittori), che da qual
che tempo in qua figurano in tutte le mostre collet
tive nazionali sotto l’etichetta dcH'/ymo più spinto,
ma che non hanno ancora trovato una precisa clas
sifica/ione: Astrattismo o concretismo? Realismo o
Macchinismo?
Accade infatti che molti oggi, per parere :»ggi>r-
nati. si definiscono astrattisti, ma non riescano a fare
che della semplice astrazione, cioè non imitano nulla,
die le loro figure appartengono alla geometria irra
zionale. (di cui ignorano le leggi), e quotidiana
mente ci s;>no offerte dal caso, dai ritagli, dalle sa
gome di contorno. Vale a dire da tutto ciò che resta
ai margini delle forme consuete, volute e create dalla
fantasia e dall’operosità dell’uomo. Questi ingenui
credono di scoprire un mondo formale nell’occasio
nale artistico che è in natura, che di solito è trascu
rato perchè ovvio, viualunque. e destinato alla pat
tumiera.
H’ noto, d ’altronde, che astrattismo significa, in
parole povere, evasione dalla realtà quotidiana, ptr
spaziare in un mondo esclusivamente concettuale per
•ìi i soliti clementi formali e tecnici, che usano i
G. T im É i - C todUM * - ■
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