

tutela pare aver avuto rispetto alle rigidezze della
comune normativa edilizia (ad esempio, nella fronte
palazzata di Lungo Po Antonelli, realizzata dopo il
vincolo ambientale in zona tutelata, non si riscontra
alcuna differenza rispetto alla comune norma di re-
golamento edilizio e risulta l'assoluta omogeneità
tra gli edifici in zona tutelata e quelli al di fuori di
essa, tanto che pare lecito considerarli come facenti
parte del retrostante insieme urbano edificato con
proprie caratteristiche morfologiche e tipologiche,
indipendenti dalla presenza del fiume, la cui effetti-
va fascia ambientale si riduce così alla sponda e alla
passeggiata pedonale. Altrettanto vale per gli affacci
degli isolati su Corso Casale).
In altri casi, il limite oggi percepibile alla fascia
fluviale è dato dall'apertura di grandi arterie di co-
municazione, la cui presenza costituisce una barriera
visiva e funzionale. E il caso dell'apertura del Corso
Unità d'Italia e di Corso Polonia in sponda sinistra e
di Via Tommaso Agudio in sponda destra: anche se,
in una prospettiva progettuale, aree fluviali e aree
affini ad esse per disponibilità funzionale possono
essere reintegrate nella pianificazione, come è il
caso dell'estensione alla parte a ovest di Corso Unità
d'Italia del comprensorio di Italia 61 del proposto
Parco fluviale del Po.
Individuazione
Ciascuna fascia fluviale, risultando non omoge-
nea per tutto il tratto del territorio del Comune di
Torino attraversato, è stata segmentata e suddivisa
in aree ambientali morfologicamente, storicamente
o funzionalmente caratterizzate al loro interno da un
certo grado di omogeneità (non necessariamente
corrispondente ad un'uniformità di assetto), oggetto
di specifiche relazioni, cui si rimanda per un'analisi
in dettaglio.
L'esposizione dei caratteri morfologici emergen-
ti di ciascuna area ha costituito oggetto del paragrafo
« individuale » di ogni relazione.
Esaminando ora definizione e individuazioni del-
le fasce fluviali dei quattro fiumi di Torino, si rile-
vano le seguenti caratteristiche generali:
L'area fluviale del Po, dal suo ingresso nel terri-
torio del Comune di Torino, comprende una fascia
di sponda di larghezza e caratteristiche morfologiche
(orografiche e di assetto storico e funzionale) molto
differenziate. In sponda destra, fino al Ponte Balbis,
la larga fascia di sponda compresa tra il fiume e
Corso Moncalieri è in cospicua parte occupata da
insediamenti residenziali e produttivi all'interno,
sportivo-ricreativi (ma non necessariamente in stret-
ta relazione con la presenza del fiume) più vicino a
riva. Frammiste vi sono aree anche degradate
dove la relazione col fiume non è ancora cancellata.
.I1 limite della fascia esclude gli insediamenti
consolidati estranei al fiume e comprende general-
mente gli impianti sportivi a bassa densità, le aree in
qualche modo ricuperabili paesisticamente e funzio-
nalmente (cave, depositi, orti), nonché quelle ad uso
compatibile con l'ambiente (vivaio).
A valle di quest'area, il confine corre lungo Cor-
so Sicilia, comprendendo la sponda, attrezzata a
insediamenti ricreativi. Tra i ponti Isabella e Umber-
to, la fascia fluviale è delimitata da Corso Moncalie-
ri, stralciando alcuni insediamenti residenziali con-
solidati, ed è generalmente destinata a verde pubbli-
co, ambientalmente complementare al Valentino.
Tra Ponte Umbe
rt
o e Ponte Vittorio il limite del-
la fascia percorre Corso Moncalieri e la sponda è
destinata a parco e impianti sportivi e ricreativi.
In corrispondenza del Ponte Vittorio, si ricono-
sce la più importante e la più antica interrelazione tra
forma della città e paesaggio fluviale, nell'interse-
zione ortogonale del corso del fiume con l'asse sto-
rico Via Po - Gran Madre di Dio, e la particolare
rilevanza architettonica dell'ambiente costruito neo-
classico.
A valle del Ponte Vittorio, la sponda è caratte-
rizzata dai segni storici, pur fortemente alterati, del-
la sistemazione di sponda corrispondente al Canale
Michelotti (tracciati, alberature, viali, opere di pro-
tezione fluviale). Il confine corre su Corso Casale,
escludendo l'edificio storico in fregio ad esso; e suc-
cessivamente lungo il margine delle aree produttive
(agricole o insediamenti industriali) tra il fiume e
Via Agudio. Dopo il sito già della confluenza del
canale col Po, il confine segue l'antica Strada del
Meisino, limite storico della fascia esondabile e,
dopo il ponte-diga, il ciglione più interno di un'area
caratterizzata dalle variazioni del corso del fiume.
La sponda destra, anche nei tratti più urbanizza-
ti, mantiene un carattere molto diverso dalla con-
frontante sponda sinistra, con cui si interrela per
disegno omogeneo solo in corrispondenza del Va-
lentino e del Ponte Vittorio: tuttavia tale radicata
differenziazione caratterizza il paesaggio fluviale
torinese rispetto a quello di altre città, direttamente
costruite sui loro fiumi.
La sponda sinistra presenta una diversa urbaniz-
zazione. Discendendo dal confine comunale con
Moncalieri, dopo il tratto caratterizzato dagli im-
pianti dell'A.A.M. e dal taglio della confluenza col
Sangone, la sponda più o meno ampia è sistemata a
parco fino a tutto il Valentino, con allestimenti av-
venuti in varie epoche, ma armonizzati al concetto
morfologico in esso adottato. I1 limite è dato dagli
assi della grande viabilità urbana (Corsi Unità d'Ita-
lia, Polonia, Galilei, Sclopis, Massimo d'Azeglio).
Segue la sponda costruita con l'affacio storico
dei Murazzi e delle loro banchine, fino al Ponte
Regina, che comprende l'episodio eccezionale del
complesso urbanistico intersecante il fiume, Piazza
Vittorio - ponte - Gran Madre di Dio.
L'affaccio del costruito urbano sul lungopo si è
recentemente esteso fino al ponte di Sassi, delimi-
tando il confine della fascia, e comprendendo l'ipo-
tesi dell'unico altro sistema urbanistico a cavallo del
fiume (Piazza Chiaves Piazza Carrara, e i loro
assi viari, che avrebbero dovuto essere collegati da
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