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Albertina, Via Andrea Doria, Via Gramsci, Via XX

Settembre, Corso Matteotti

— di valore storico-artistico e ambientale

- connotato prevalentemente

dalla presenza di complessi costituiti da spazi urba-

ni, tessuti-edilizi, edifici residenziali singoli, nonché

da importanti edifici storici di interesse pubblico

aventi ruolo di poli legati agli assi viari della struttura

cittadina e territoriale torinese,

da una notevole varietà di tessuti urbani, legati a

vicende storiche diverse ed intrecciate, di amplia-

mento e di ristrutturazione della città,

la cui immagine, sia globale sia delle molteplici strut-

ture ed ambienti costituenti, si identifica con il luogo

di maggiore acculturazione urbana della città e corri-

sponde ad una complessa e significativa manifesta-

zione della cultura urbanistica stratificatasi nel corso

di due millenni di storia durante i quali la città (e in

seguito la parte centrale della città corrispondente a

quest'ambito) assolve per lunghi periodi ruolo di

rilevante importanza regionale:

nell'epoca romana, come colonia pedemontana di

primario nodo stradale e di rifornimento negli itine-

rari attraverso le Gallie,

nell'alto medioevo come importante sede metropo-

litana,

nel medioevo come polo della organizzazione signo-

rile del territorio,

dal XV secolo come riferimento, al di qua delle

Alpi, dei domini ducali sabaudi (dal 1416),

dal XVI secolo (1559) come città capitale dello stato

sabaudo, poi del Regno Sardo,

infine, con l'industrializzazione, come sede di pri-

marie attività terziarie centrali, dense di servizi inte-

ressanti l'intera conurbazione torinese e lo stesso

territorio regionale.

II. INDIVIDUAZIONE

L'ambito ha come limiti, di massima, il perime-

tro interno delle fortificazioni settecentesche. L'esi-

genza di definire limiti semplici ed inequivocabili ha

infatti imposto di ampliare o di ridurre leggermente,

per piccoli tratti, il perimetro storico settecentesco

delle fortificazioni, quando questo cade all'interno di

un isolato attuale.

L'ambito comprende

— la città vecchia o « città quadrata», corrispon-

dente all'area della antica città romana e medievale

- l'ampliamento meridionale, o « Città Nuova »

verso Porta Nuova (dal primo quarto del Seicento)

l'ampliamento orientale verso Po, o « Città Nuo-

va di Po» (dalla seconda metà del Seicento)

- l'ampliamento occidentale, verso Porta Susina,

d'inizio Settecento.

N.B. Il Borgo Dora o « del Pallone » , struttural-

mente legato all'ambito per impianto storico, risulta

compreso nel Quartiere 7 ed

è

quindi valutato entro

la relazione di tale quartiere.

III. QUALIFICAZIONE

I11.1. Etementi urbanistici

Gli elementi ed i caratteri urbanistici sono elen-

cati e qualificati in ordine cronologico, in relazione

alle principali vicende storiche di sviluppo e di tra-

sformazione.

- Al disegno geometrico dell'impianto romano

del

castrum

e della

colonia

(retta sull'incrocio orto-

gonale del

decumanus rnaximus

e del

cardo maxi-

mus) è

legata la struttura del reticolo stradale modula-

to e regolare della città vecchia, ancora riconoscibile

nel suo tracciato originario per la persistenza della

griglia ortogonale delle strade, già documentata dagli

studi archeologici e dalle ricostruzioni di Carlo Pro-

mis e di Alfredo d'Andrade. Scavi e restauri archeo-

logici hanno rimesso in luce anche l'importante com-

plesso romano (scheda

22)

costituito dalla parte

esterna della Porta Palatina, da tratti della cortina

difensiva muraria adiacente e da parte delle fonda-

zioni del teatro.

- Nel lungo periodo, comprendente la tarda

romanità ed il medioevo, caratterizzato da fasi di

relativo abbandono alternate con fasi di recupero

delle strutture urbane ed edilizie, si ebbero i seguenti

fenomeni, tipologicamente incisivi su scala urbani-

stica:

alterazione diffusa del reticolo regolare romano nel

reticolo stradale medievale, ondeggiante ma ancora

sostanzialmente modulare (i selciati e le fognature

delle vie romane sono reperibili alcuni metri al di

sotto delle pavimentazioni stradali attuali),

sviluppo di nuovi poli urbani: il Palazzo di Città e la

Piazza delle Erbe, forse nel luogo dell'antico Foro;

la Torre di Città sull'antico decumano, al baricentro

della città; i complessi fortificati realizzati sulle por-

te romane; ed infine la sostituzione — tra il 1451 e il

1498 delle antiche chiese di S. Salvatore, di S.

Maria e di S. Giovanni con la cattedrale attuale,

specializzazione funzionale in senso terziario del

quadrante a Nord-Est e creazione di una relazione

interna tra Duomo e Palazzo di Città, con sviluppo

dei mercati nella zona intermedia,

formazione di nuovi vicoli che dividono a metà gli

antichi isolati (Vicolo S. Maria, Vicolo S. Simone

Via Garibaldi 13 —, Vicolo dell'Isola di S. Se-

condo — Via S. Francesco d'Assisi 2 —) e forma-

zione di nuove vie ad andamento radiale centripeto

tra i poli principali della città (Palazzo di Città,

Duomo, Porta Palatina).

- A seguito della scelta di Torino per capitale

del ducato (convenzionalmente dopo la pace di Ca-

teau Cambrésis, 1559), sotto il ducato di Emanuele

Filiberto venne realizzata la Cittadella (1564) collo-

cata nel vertice sudoccidentale della città. Della Cit-

tadella rimane soltanto il mastio (scheda

159);

l'esi-

stenza del grande demanio di terreni su cui questa

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