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anche la poesia lo chiamasse a sè. Si fu durante questo soggiorno

che comparve in scena il primo amore, sul quale con squisita de–

licatezza il Massimo scrisse poi quel mirabilissimo capitolo xv ne'

suoi

Ricordi.

E si fu pure durante questo soggiorno che egli, ri–

belle ai creduti obblighi dell'aristocrazia, dovette sostenere dura e

lunga lotta per ottener di poter collo studio e coll' impiego dei

suoi talenti farsi nome glorioso.

Nella primavera del

r820

torno a Torino guarito d'ogni infer–

mità fisica, ma sempre più appassionato per l'arte, sì che dopo

breve sosta tanto fece e disse che il padre, a gran malincuore

pero, si piego a lasciarlo libero di seguire le sue voglie, avverten–

dolo pero che non era disposto a dargli altro assegno che un

r

30

lire al mese.

«

Ma vi sarei andato anche con

niente

»,

Massimo ripartì diretto per Roma, assalì coraggiosamente il suo

destino, sfidando le privazioni}

«

tagliando nel vivo

»,

lavorando

indefessamente sì che comincio dopo poco a levar grido di

sè.

In

quel tempo ed in quell' ambiente comincio a svilupparsi nel cuor

dell'artista il germe del patriota: la rivoluzione militare del r

82

r

\

fu un fatto che egli non approvava:

«

un'aberrazione eccezionale »,

ma fu per lui una gran rivelazione. De' suoi studi, del suo modo

di vivere} de' costumi della società di Roma e di Marina,

il

Mas-

simo lascio ne' suoi

Ricordi

descrizioni piene di brio e di bellezze.

Un amore infelice lo fece partire da Roma dopo parecchi anni di

soggiorno ed egli

«

spaventato pur anche dal giubileo ordinato da

Leone XII

»

scappo a Torino col suo primo quadro che, lodato

da Re Carlo Felice, levo tosto molto rumore.

Fece qualche viaggio, si diede a lavorare all' illustrazione della

Sagra di San Michele, ideo e comincio un poemetto sulle rovine

di Pompei, e sul finire del

r826

torno a Roma per ripartirne ben

presto e tornare ai suoi.

Nel r

829

fece il quadro della Sfida di Barletta, e si fu nel di–

pingerlo che gli venne il pensiero di scrivere un romanzo su quel

fatto: e tosto vi si mise intorno

«

cominciandolo all' impazzata

senza troppo sapere dove andava a finire

» ,

L'anno

1830

gli morì il padre ed egli comprese che il sog–

giorno di Torino, quale era in que' tempi} non era fatto per lui e

trasferì la sua stanza a Milano, ave trovavasi in fiore una rino –

mata scuola di pittura.

Nel

183

I

condusse in moglie Giulia Manzoni, figlia di Ales-