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Al patriottico appello numerose offerte risposero sì che in poco

tempo s'ebbero radunate circa 32 mila lire. Ben maggiore sarebbe

stato il concorso ove la nuova guerra per l'italiana indipendenza

combattuta con dubbie sorti, nel 1866, non avesse per poco altri–

menti fissate le attenzioni degli italiani.

Ma alla memoria del defunto ministro vegliava il suo Re. Vit–

torio Emanuele II non dimenticò così tosto il

suo amico.

Avuta dal

Sindaco di Torino, senatore Galvagno, che nel marzo 1867 erasi re–

cato ad ossequiarlo, relazione del fondo fino allora raccolto, guari

sufficiente all'erezione di un monumento condegno alle virtù del–

l'eminente uomo ed ai servigi da lui resi alla patria, generosamente

dichiarava di assumere, 'a spese della Lista Civile, la formazione

del bozzetto ed ogni ulteriore fondo necessario all'esecuzione di una

statua che manifestasse la gratitudine degli Italiani verso

il

grande

cittadino.

Il cav. Balzico, distinto scultore, fu dal Re incaricato del lavoro

e, quand'ebbe in pronto

il

progetto,

il

Consiglio Comunale proce–

dette alla nomina della Commissione esecutiva del monumento che

a termini del programma doveva ' fare proposte intorno al sito su

cui innalzarlo, alla natura di esso ed al modo di mandarlo ad ese–

cuzione.

Tale Commissione riusciva composta dei signori: Conte Rignon,

sindaco, presidente; conte Federico Sclopis; conte Giacinto Corsi;

cav. Eugenio Balbiano; barone Francesco Gamba; marchese Stef–

fanoni e marchese Cesare Alfieri, rappresentanti S. M. il Re; mar–

chese Ricci e conte Carlo Torre, prefetto della Provincia.

A sostituire il barone Gamba, dimissionario,

il

defunto Cesare

Alfieri ed il prefetto Torre, trasferto a Milano, furono poi chia–

mati

il

senatore Galvagno, il marchese Carlo {\lfieri ed

il

com–

mendatore Felice Nigra.

La suddetta Commissione, in sua seduta del 27 giugno 1867, era

venuta nel parere di collocare il monumento sulla Piazza Castello,

trasportando cioè la statua dei

:JrCilanesi all' Esercito Sardo

(detto

l'Alfiere) al nord del Palazzo Madama con la fronte rivolta al pa–

lazzo

dell'Hotel d'Europe,

ed allogando quella del D'Azeglio al fianco

opposto con la fronte rivolta verso la Loggia Reale.

Il cav. Balzico invece, che aveva ad interprete nel Consiglio Co–

munale il senatore avv. Luigi Ferraris, opinava fosse conveniente

innalzare il monumento D'Azeglio sul luogo stesso ov'era quello