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giare quell' amarissimo calice che doveva vuotare fino alle ultime
stille sulla terra dell' esilio.
Fatto bersaglio di vili insulti) di ignobili calunnie da una parte)
di atroci risentimenti e di nefandi sospetti dall'altra , abbracciò la
rivoluzione quando credette che ben ordinata potesse condurre al
bene della patria) la sconsigliò quando il seguirla gli parve un tra–
dimento per lui, cittadino e principe.
La rivoluzione l'avrebbe voluto martire nel
1821:
se, per di–
sgrazia nostra, ciò fosse accaduto) l'Italia non avrebbe avuto nel
1848
in un Re il primo suo soldato.
Lasciò Torino il
21
marzo
1821
e) senza unirsi al barone Latour
che di Novara moveva contro i costituzionali, recavasi a Modena
per avere con Carlo Felice un colloquio che gli fu rifiutato. Non
ebbe che le vilissime contumelie d'uno sgherro austriaco) il conte
Hubner, di cui Torino ed il Piemonte ricordavano la scellerata ti–
rannide. Ritirossi allora in Toscana ave ebbe cortesi accoglienze
dalla Corte Granducale.
Dopo breve dimora tornò a Torino e)
benchè
malveduto alla
Corte, ebbe carica di generale di divisione. Si fu allora che, o per
far dimenticare il passato
o
per isfuggire una tristissima schiavitù,
il principe ebbe il torto di seguire il suo parente, Giuseppe conte
di Villafranca, padre del principe Eugenio di Carignano, nella guerra
contro i costituzionali spagnuoli, facendosi così a combattere contro
quella stessa libertà che avea propugnata in patria.
Fece prodigi di valore (forse cercando inutilmente, come la cercò
poi a Novara, la
morte),
al Trocadero specialmente e ne ritrasse
onoranze dai potentati , tanto più facilmente prodigate in quanto
che ciascuna di esse mirava a compromettere sempre peggio la
fama del principe presso il partito che I'avea anni prima tenuto
come suo antesignano. Erano come congratulazioni studiate per
una conversione che a vista dei liberali non doveva e non poteva
suonare che tradimento.
Constato e non giudico il fatto,
nè
è mio debito indagare quali
prepotenti cause, quali dolori, quali sconforti) quali disinganni per–
suadessero il principe a seguire il perfido consiglio di coloro ai
quali pare va che all'eroe del Trocadero fosse preclusa ogni via di
farsi poi) tosto o tardi, campione 'di libertà e di indipendenza ita–
liana .
Da ambe le parti si errò : condannisi quella che fece calcolo