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In quei tempi Carlo Alberto fu troppo debole, manco di co';
raggio permettendo che iniqui sgherri si servissero del nome suo
per isfogare vendette austriache.
Fu tristezza di governo, ferocia di despotismo, forse scolpabili
per necessità dei tempi e per raggiri di iniqui: giustificabili no.
Le guerre sui campi lombardi ed il martirio di Oporto facciano
dimenticare l'epoca sciagurata.
Re Carlo Alberto ebbe il vanto di distruggere le ripullulate ve–
stigia delle barbare costumanze medioevali: privilegi nobiliari ed
ecclesiastici, tribunali eccezionali, torture, decime feudali, preroga–
tive, immunità, ecc., che del vero popolo facevano una classe di
paria a profitto di classi favorite.
Alle finanze si penso dapprima e con molto senno si avvantaggio
il paese dal lato economico e finanziario e lo si doto di un Codice
di commercio che ad infiniti abusi e privilegi diede il tracollo. Le
finanze del Piemonte divennero così floride da essere invidiate da
tutta Europa. Si fu questo piccolo Stato che diede la spinta alla
costruzione delle ferrovie, contrastate dall'Austria che vedeva erner–
gere da essa la possibilità di una lega doganale fra Stati italiani
da cui essa sarebbe esclusa. Ma per gravi che si presentassero le
difficoltà e minacciose le rimostranze, Carlo Alberto, sempre fedele
al suo odio contro l'Austriaco, stette fermo nel suo
proposito
e si
fu questa sua fermezza che, grado a grado, ci condusse a quelle
aperte rotture per cui Italia si fece unita ed indipendente.
Gloria di Carlo Alberto fu l'abolizione della tortura, del supplizio
della ruota e sovratutto
la
pubblicazione del Codice civile e del
Codice penale, che sradicarono ingiusti privilegi e pel godimento
dei diritti civili fecero tutti eguali dinanzi alla legge. Vero e pe–
renne titolo di gloria incontaminata
!
Non occorre ricordare con quanta munificenza Re Carlo Alberto
proteggesse scienze, lettere ed arti; ne rimasero imperituri e pre–
ziosi .monumenti; favorì, a. dispetto del Della Margherita, la fon–
dazione della Società Agraria che tanto dovea giovare a rannodare
in potente nucleo il partito liberale moderato; aprì agli studi gli
archivi; fondo nuove scuole e cattedre nuove, largo in tutto quanto
al bene pubblico giovasse, stretto massaio per sè e pei suoi .
. Nel
1840
tenne testa all'Austria per la questione d'Oriente e
vinse: venne la questione del transito dei sali per la Svizzera, in
cui il Della Margherita ebbe sì triste parte, ed anche in questa