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tervento della Camera, deliberava che il capitale concesso per espe–

rienze ai Giovi si spendesse in esperimenti pel traforo alpino.

Intanto era comparsa

la

perforatrice Bartlett, mossa dal vapore;

il ridurla ad operare coll'aria compressa era nuovo e difficile pro–

blema da risolvere.

Le difficoltà furono vinte, il problema fu risolto dal genio mec–

canico di Germano Sommeiller, che giunse ad inventare

la

mac–

china cercata, trasformando quella inglese in modo da riescire stru–

mento affatto nuovo.

Il progetto, a spada tratta sostenuto dal conte Cavour, fu pre–

sent~to

al Parlamento dal Paleocapa e strenuamente difeso dal

Sommeiller.

La Camera con 98 voti contro

30

ed

il

Senato l'approvarono,

e addì

I5

agosto

I

857 fu promulgata la legge autorizzante il Go–

verno ad intraprendere i lavori del traforo delle Alpi secondo il

progetto tecnico degli ingegneri Ranco, Grattoni, Sommeiller e

Grandis.

Sedici giorni dopo, al 3

I

agosto, inauguravansi i lavori dal lato

di Modane alla presenza di Re Vittorio Emanuele II, del Principe

Napoleone, dei ministri Paleocapa e Cavour. Alle nove e mezzo

del mattino di quel giorno scoppiava la prima mina inauguratrice

della colossale opera. Ai 14 novembre cominciarono i lavori dal

lato di Bardonnecchia.

S'incominciarono tosto le opere preparatorie ai due imbocchi

ed

il

tracciamento di massima della galleria, lavoro cui si accin–

sero gli ingegneri Copello, Borelli, Mella, Mondino e Massa, i

quali tutti furono valentissimi coadiutori, non meno che il

Ruà

cd il Ranco, agli illustri loro capi.

L'escavazione si cominciò coi metodi ordinari e si spinse colla

massima alacrità; ma sopraggiunse la guerra del

I

859 e manca–

rono i mezzi di trasporto de' compressori.

Finalmente, dopo infinite peripezie, il

I2

gennaio

I86I

comin–

ciavasi dal lato di Bardonnecchia la perforazione mcccanica , la

quale, a forza di esperimenti, di studi, di costanti lavori, procedette

con una regolarità che assicurava il buon risultato dell'opera.

Non tutti però avevano fede in questo esito finale, e men di

tutti il Governo francese, che, fatto padrone della Savoia, dovette

addossarsi parte delle spese. Esso obbligavasi a pagare

I9

milioni