IV
s'attiene a Torino ed alla valle d'Aosta. Teodoro
Mommsen poi, nella sua grand'opera
Corpus inscrip–
tionum latinarum,
dava pur sede alle iscrizioni nostre
dell'età romana , ove comparivano alcune inedite od
errate, e molte di quelle già pubblicate.
Ma in quanto alle epigrafi delle età successive,
dell'alto e basso medioevo, ed anche a quella che
corre dal secolo XVI in poi, e viene definita mo–
derna, per limitarci a Torino in particolare, che fu
preso ad argomento della presente pubblicazione,
nessuno mai si dette sin quì pensiero di toglierle
dall'oblìo de' secoli. Tre o quattro di quelle delle
chiese di S. Domenico e di S. Francesco d'Assisi
,
erano state pubblicate da Lorenzo Schrader di Halber
·nella Sassonra, fiorito sullo scorcio del secolo XVI.
Egli, nel suo soggiorno per lunghi anni in Italia,
aveva trascritto le iscrizioni delle chiese e dei monu·
menti delle principali sue città, date alla stampa col
titolo
Monument01'um Italiae quae de hoc nostro sae–
culo etc. a christianis posita sunto
Parecchie iscrizioni delle chiese nostre si trovano
nelle opere manoscritte di monsignor F. A. Della
Chiesa or citato, e del suo nipote Ignazio Della Chiesa
di Roddi, e nei volumi manoscritti dell'avvocato
Montalenti, esistenti presso di me. Alcune furo ii'o
quà e là";ese di pubblica ragione da quel dabben
uomo, che fu il canonico Antonio Bosio, il quale
consegnò al volume delle annotazioni al
Pedemontium
sacrum
del Meiranesio , inserite nei
monumenta hi–
storz·ae patriae
,
la maggior parte delle iscrizioni della




