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stenti in Torino e in alcune par·ti del Piemonte, circa
il
1780,
ma alcune sono monche e non sempre scevre
di errori. E così egualmente altre città subalpine,
come Asti, Vercelli ecc.) ebbero studiosi, che si pre–
sero impegno di raccogliere le iscrizioni della lor
p~ria.
I
Lode pertanto a Carlo Alberto, che emulando
quanto, sebben in ben più ampia proporzione, per
ragioni facili a comprendersi, avevano fatto, per
Roma specialmente, Pio V e Clemente XI, nei pri–
mordi del ben suo auspicato regno, ebbe un momento
il
pensiero di provvedere alla raccolta delle iscri–
zioni dello Stato nel continente. Il perchè egli aveva
commesso al conte Luigi Nomis di Cossilla, reg–
gente a quei dì l'Archivio di Corte, d'indirizzare una
lettera circolare ai superiori delle congregazioni reli·
giose, ai curati delle . parrocchie ecc., ed ai direttori
dei pii istituti, invitandoli ad inviare trascritte, a
quel dicastero, le iscrizioni tutte, esistenti nei luoghi
a lor soggetti. E la maggior parte di essi, dimostrossi
sollecita a soddisfare le reali sollecitudini a quel ri–
guardo. E ne sono prova i tre volumi manoscritti
esistenti oggidì ancora all'archivio di stato.
Sembra peraltro che coloro,
i
quali si diedero
poi all'opera di trascrivere le epigrafi inviate, abbiano
tenuto, in uno di quei volumi, l'ordine pressochè
identico del volume più moderno sovracitato della
palatina, cogli stessi errori e coi cenni, che ivi si
leggono su alcuni dei pii istituti, ai quali si riferi–
scono le iscrizioni. Ma comunque ne sia, l'opera