

v
chiesa metropolitana di Torino. Alcune altre furono
pubblicate in alcune monografie, ma
è
poca cosa.
E sebbene non abbia pubblicate epigrafi esistenti
nel Piemonte, nondimeno, per atto di gratitudine che
dobbiam professargli, vuoI tuttavia essere ricordato
in queste pagine, il romano Pier Luigi Galletti abate
Cassinese
(1),
vescovo di Cirene
in partibus,
e profes–
sore di lettere latine alla biblioteca Vaticana, morto
nel 1790. Infatti egli, che già nel 1757 aveva pub–
blicato le iscrizioni romane delle chiese di Roma;
(I)
Di
questo erudito, che fu cosi benemerito di noi piemontesi, ed è
appena e raramente ricordato, darò qui succinte notizie, tolte da quelle.
che lo riguardano e che furono pubblicate a Roma nel 1793, in un libro
che non si trova in alcuna pubblica biblioteca di Torino.
Nacque egli nell'alma città agli
Il
luglio del 1722, avendo sortito
il
nome di Paolo Filippo, dal colonnello Costantino Galletti di famiglia ori–
ginaria Pisana, stabilitasi quindi a Messina e poi a Roma, nella persona di
suo padre Luca, e da Chiara Ricciolini. Inclinato agli studii dell' antichità,
ne ricevette maggior impulso ancora, in grazia dtlla famigliarità contratta
col Ficoroni, col Revillas, coll'abate Valesio, col Bottaris, col Palazzi, anti–
quario della Camera, e coi marchesi Teodoli e Capponi, noti per lavori
e per raccolte copiose di antichità erudite.
L'amore allo studio delle antichità classiche, determinò
il
Galletti ad
entrare nella detta Congregazione benedettina Cassinese, come fece nel
1742, cangiando il nome di Paolo Filippo in quel di Pier Luigi. Nel 1746
fu assunto al Sacerdozio, e nell'anno successivo venne applicato alla Casa
benedettina di Firenze, dove presto, da scolaro, sali a maestro. Il soggiorno
poi in città cosi colta ed erudita come Firenze, giovò assai al Galletti per
affinarsi vieppiù nei suoi passionati studii. E già nel 1751 ei riusciva a sco–
prire l'opera inedita di Boezio
'De unilale essenliae divinae et processione
divillarum personarum.
Non
è
però
il
caso di seguir qui il Galletti in tutte
le particolarità relative ai suoi studii e scoperte, degne di un famigliare
del dotto cardinale Angelo Maria Guarini. Passato nel 1755 a Roma, col–
tivò vario genere di studii; ma dedicossi specialmente all'opera poder.:>sa
di raccogliere le epigrafi dell'infima età, cioè de' secoli a noi più vicini,
esistenti in quell'insigne Metropoli, seguendo le tracce dei Gudii, dei Gru–
teri, dei Muratori, e va dicendo. Prima a dimostrare desiderio, di avere
gli epitafi de' suoi
citta~ini,
fu la repubblica di Venezia, che ne lo incaricò