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- <iD-

condizione di famiglia,

giàcchè

aveva

il

Magistrato della

Riforma sentenziato: (3 ottobre l 22) equivalere la priva–

zione, o perdita di un posto gratuito ad una vera pena,

conseguentemente potersi essa soltanto in caso di demerito

nello studio, o nella condotta applicare. Agli allievi di Filo–

sofia e di Lettere era anzi fatta facoltà di rimanere in Col–

leaio finchè non fossero stati destinati al pubblico insegna–

mento, anche avendo terminati i loro studi; come era loro

permes o di presentarsi all'esame finale di licenza dopo

il

terzo anno di corso, semprechè

il

Iaeistra to

della Riforma

credes e ciò conveniente per provvedere alle Scuole fuori

dell' niversit à.

Trascorso un anno dacchè un ollegio era stato aperto,

il

Rettore poteva ammettervi quel numero di convittori che

gli pareva, purché non eccedente quello degli allievi a posto

gratuito. Per poter e ere ammesso come convittore richie–

devasi, se nel Collegio di Leggi,

la lode

negli esami di Ma–

gi tero, se nezli altri ollegi, non essere mai stato riman–

dato in alcun esame, ed aspirare ai gradi accademici;

il

numero dei convittori pel Collecio di Giurisprudenza fu

portato a cinquanta in

seeuito

al maggior numero di gio–

vani che a quella si dedicavano. Ogni collegiale, allievo o

convittore, doveva aver superati non più tardi del

l O

luglio

eli esami annuali prescritti , in difetto era congedato ; supe–

randoli poi colla pienezza assoluta dei voti godeva della

dispen a da un anno del quinquennio del corso, ottenut a

que ta, l'esenzione dalle tasse scolastiche a condizione per

alt ro che pas as e le vacanze scolastiche nel Collegio e du–

rante le mede ime vi continuasse i suoi studi (l) . Speciali

riguardi, se non l'intera preferenza erano inoltre loro usati ,

quando i rendeva vacante una cattedra, od altro ufficio

nell'ammini tr azione dello ta to, imperocchè " allevati co l

" coloro che avrebbero impreso ad educare altrui nelle

" Regie cuole, si sperava che essi colla voce non meno che

(I)

Chiu l'Universit i Gesuiti si recavano al Castello di Vinovo e

quivi pas vallo le vacanze con quegli allievi che volevano rimanere

in Collegio durante le medesim e.

c<:",,;

storlci,

ecc. -

4.