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del negro come del bianco, la possibile esistenza di una
cartilagine omologa a quella che troviamo nei vertebrati
inferiori, e dagli studi comparativi compiuti negli altri pri
mati veniva alla conclusione definitiva, che la cartilagine
della plica semilunare, indipendentemente dalla sua forma,
dalla sua estensione e dalla sua posizione, si presenta co
stante nelle scimmie inferiori ed in tutti gli antropomorfi;
esiste come disposizione normale nelle razze inferiori della
specie nostra, e come varietà piuttosto rara nella razza
caucasica (tre volte su 548 individui). Trovò pure costante
il rudimento della ghiandola di Harder nelle scimmie infe
riori , ghiandola che manca affatto negli antropoidi e nel
l'uomo, in cui può tuttavia comparire abnormemente (boschi-
mane). Dell' apparecchio così complicato nelle specie inferiori,
l'unica parte che permane ancora nelle razze civilizzate,
come ricordo di un organo che da lungo tempo ha cessato
di funzionare, si è la piega della congiuntiva. Quindi nella
serie animale, quando cessa la funzione della terza palpebra,
il primo organo a modificarsi è la ghiandola di Harder: la
cartilagine emigra nella profondità, si rende indipendente
dalla plica, ma perdura più lungamente, scomparendo solo
nelle razze più civilizzate della specie nostra.
Ugualmente concludenti ed originali sono i risultati a cui
venne il
G
ia c o m in i
nello studio metodico della laringe del
negro paragonata con quella della nostra razza e con quella
delle scimmie inferiori e degli antropoidi, specialmente per
quello che riguarda i rapporti del muscolo tiroaritenoideo
colla corda vocale: cercando di mettere in ordine le laringi
studiate a seconda delle affinità che presentano fra loro e
con quella dell’uomo, Egli stabilisce la seguente serie: uomo
bianco, donna negra, boschimane, chimpanzé, gibbone, ma
caco, cercopiteco, gorilla ed orang. Dal modo col quale viene
fo rm u la ta ta le
serie, il
G
ia c o m in i
viene
a
contraddire an-
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