rebbero
in grisaille,
troverebbe sotto la data
del « 1 settembre 1472 », un « accordo fatto
« da magn. massari con sier
Zuane orevese
« q. Pietro fabro de la contrà de s. Cancian
« in materia di terminar il tabernacolo e la
« croce che dovea terminar ms.
Zan Ago-
stino
suo compagno ». Ed « a di ..... ze-
i naro 1448 » vedrebbe la memoria che
«
M ° Bartholameo
da Bologna e m °
Fran-
cesco de m° Comin, e m° Antonio de
«
Zoan da Milan oreuexi compagni, pro
mete de far vno tabernachulo
como apare
« per vno desegno el quale ho in la cassa écc. »
E tacio, per amore di brevità, altri nomi di
orafi nostri che lavorarono per la chiesa del
Santo gli stupendi reliquiarj di stile gotico. E,
da Padova scendendo sino all’ Umbria, quando
i Priori del Comune di Todi vollero fare il
tabernacolo pel braccio di S. Fortunato, credi
tu che facessero venire dalla Magna un orafo
per tale bisogna? Che! Avevano il loro
Ca-
taluccio di Pietro,
ed a lui ne allogarono
il lavoro. Il tabernacolo esiste tuttora, e
,
nell ’inventario della sacristía di quel Santo,
del 1435, lo troviamo registrato così : « Item
< vnum tabernaculum cum iiij . “r columnis »
(che sorreggono archi acuti a trifoglio, con
frontoni, gugliette, cuspide piramidale, palla
e croce) < de ramo quem fecit C
atàlucius
au-
— 109 —