sero veramente fenìcii, e verrebbero dopo di
essa, se fossero, come opinò il Della Mar-
mora, dei tempi « in cui non scrivevano più
« gli autori conosciuti di Roma e di Grecia,
(( cioè
nel periodo di tempo compreso tra la
« decadenza dell’impero romano ed il pontifi-
« cato di Gregorio Magno »
(A . Della Mar-
m o r a
,
Sopra alcune antichità sarde
, in
A tti Accad. delle Scienze
, 1854, serie I I ,
t. X IV , p. 187) ; o sia tra il 476 ed il 604
della E. V.
Ma lasciamo le questioni sulla
età
e sulla
autenticità
dei monumenti, delle quali io ti
ho parlato, per provarti che quando dubito
di qualche cosa ne ho le buone ragioni e non
mi trovo impacciato nello esporle. Ora dà
un'occhiata a questi mostri ed ammira il
genio dell’artefice, fenicio o sardo, del tempo
antico o di quello di mezzo, che sia stato.
Osserva bene le due navicelle sul palchetto
superiore (N. 27). Sono voti de’ Sardi per la
felice navigazione ed i favorevoli risultamenti
avutine. Queste navicelle, modellate alla foggia
dei navigli della loro marineria, co’, quali i
Sardi, confederati cogli Etruschi, coi Siculi e
coi Libii, corseggiavano in Oriente, e spe
cialmente nel basso Egitto, donde ritornavano
in patria carichi di bottino ; queste navicelle,
dico, erano al ritorno appese nei tempj del
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