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Quell‘omicidio premeditato e impunito « n

ammonimento; ma l'eroico soldato di Cwg

volle andare alle Cortes a avallo e pr

a distanza la sua scorta d'onore. Il gesto |

piacque a quel popolo valoroso e a v a lle ra i p

tradizione secolare, e designò Am«deo coi fai

di Rey cabotiero. E nel popolo semplice e bm

alieno dalla po litia , rimase venerata la mori

di Don Amedeo. Ricordo che, una trentina A l

dopo, essendo andato il Duca degli Abnaj

visitare in incognito Madrid, sua c ittì natii,

giornali locali riferirono che un cocchiera i l

Puerta del Sol, riconosciutolo, lo salutò gridi*

« Viva il figlio del Re più onesto che afeli |

Spagna! ».

Pochi anni fa ho visto ancora in fondo all'api

corridoio che conduce al Paraninfo (l'aula m fl

dell'Università di Madrid, il ritra tto in r * m

naturale del re Amedeo. Quando la pacifica ri*

luzione del 1931, ridestatasi dallo stupore'di mm

riuscita vittoriosa prima di combattere, si Éhl

donò all'ebbrezza della distruzione, quel riM

fu ritirato per risparmiargli la deplorevoli ■

di quello, pure bellissimo, di Alfonso XIII, 4

ornava l'Universiti di Barcellona. Ma I effluii

Don Arrtodeo Prinero i nota a tu tti perchè in

negli scudi d'argento del 1871, che

ancora.

Bello e aitante, nobilissimo di stirpe comi

carattere, giovane e valoroso, Don Amedeodd

non poche simpatie anche neU'aristocrahj

qualche dama giunse a sfidare le ire delia a l

concedendogli i suoi favori. Di due delle pA

vista il nome corse sulla bocca di tu tti. La i

volle giustificare la sua debolezza atteggiando

novella Giuditta. Ma non consta che

convegni d'amore nessuna scimitarra.

Queste distrazioni scarsamente

consolare il Re del vuoto che si

più formando intorno a lui. Nessun

aveva potuto neppur lontanamente

Prim. Anche del generale Serrano, ex

del Regno e uomo di grande prestigio

il Re, mal consigliato, si era alienato per

l'animo e reso impossibile l'appoggio,

avvenne col Sagasta. gran politico e

di cui ii Re ingiustamente diffidava,

poteva regolarsi, giovane e inesperto

tica com'era, senza un consigliere di

fra un nugolo di competitori che ancora a

avevano cominciato a mettersi

cattiva vista presso il Sovrano con

calunnie?

I Ministeri non si sostenevano se

vemente di fronte al Congresso ostila

scatenate passioni di partito. E qui il

Romanones. coi! oggettivo a verace,

eloquente lezione per i fa tto ri dei

rismo col

tenmo già traKorso il quadro

La troppo

i

è

AaaanW * M C m n li M m I* aara M

V

eiaam ira M I aaNa «ta M T a rn ( la aaa n a n fa M fa *a ca )

Luisa Gabriella, che tanto illustrò e onorò con la

sua intelligenza, la grazia e l'onestà i primi anni

del regno dei Borboni, era pure sabauda. E così

appare inquinata d'ipocrisia l'ampollosa risposta al

messaggio di abdicazione scritta poi dal Castelar

stesso a nome delle Cortes. Ma qui occorre forse

ricordare l'adagio: A nemico che fugge, ponte

d’oro.

aaa

Il regno di Amedeo si annunziava sotto cattivi

auspici. In tempi superstiziosi, si sarebbe tornati

indietro senza nemmeno consultare gli astri.

Una specie di fato tragico pareva incombere sulla

successione di Isabella di Borbone.

Il Principe nostro aveva accettato assai a malin­

cuore. anzi con riluttanza e contro ogni sua vo­

lontà, solo per obbedire al Padre suo. quella peri­

colosa eredità che a ltri avevano rifiutato e che

era stata causa o almeno pretesto della guerra

franco-prussiana. L'anima di lui semplice e leale

non era (atta per le astuzie e gli infingimenti della

politia.

Gli auguri nefasti cominciarono subito. La pic­

cola flotta che portava alla Spagna il nuovo Re,

fu per tutta la traversata bersagliata dalle tempeste;

e il giorno stesso in cui salpava dalla Spezia, ra­

deva assassinato a Madrid il ministro Prim, il

grande e autorevole amico di Amedeo, quello

che aveva voluto e preparato la sua candidatura,

e che per il carattere energico, l'intelligenza, la

conoscenza dell'ambiente e il forte partito su cui

si appoggiava, sarebbe stato il sostegno delta

nuova dinastia, che assai probabilmente, col suo

vilido appoggio, avrebbe potuto mettere salde

radici nello sconvolto terreno e ricondurre il

Ragno alla concordia e alla paca faconda.

La trista notizia fa conosciuta soltanto allo

Aarco a Cartagena, dove con sorpren agli non

trw ò ad attendarlo il suo fido amico. I beile

fcM W in ** in dia stalo d’vùmo

m

K face M oer-

corso fino alia capitale: dal 30 dicembre al 2 gen­

naio.

Quelle giornate erano freddissime. Il treno

reale doveva fermarsi ad ogni stazione per rice­

vere gli omaggi delle popolazioni. Don José Eche-

garay — matematico, drammaturgo, finanziere e

ministro in uno degli effìmeri Gabinetti del Regno

effìmero — mi raccontava un giorno che, dopo

essersi affacciato alcune volte al finestrino per

salutare, il Re si era preso un forte dolor di gola

e aveva incariato lui di rappresentarlo nelle meno

importanti delle sp io n i successive, cosi che

qualche volta fu scambiato per il Re stesso.

Ma più che la garganta mala, come diceva,

eran lo scoramento e il presagio dell'insuccesso

ciò che tratteneva il Sovrano dal corrispondere

personalmente ai saluti di quel popolo, che pre­

sentiva non poter mai essere suo. Poche parole

di spagnolo egli aveva affrettatamente imparato;

e l'ignoranza della lingua era naturalmente una

barriera fra lui e i sudditi. Anche Carlo I, il fu­

turo Carlo V, andò a occupare il trono ereditario

nelle stesse condizioni, e la lingua spagnola non

riuscì mai a saperla bene. Ma per il popolo fu perciò

sempre Cortes de Gante (era nato a Gand); e se

fu molto temuto, fu più odiato che amato, seb­

bene sua madre fosse figlia dei Re Cattolici, e da

lei, e non Ha Filippo d'Absburgo, avesse egli ere­

ditato la corona di Castiglia.

• a a

La prima cerimonia che corttpi il nuovo Re,

fu triste, anzi funebre: l'omaggio nella chiesa di

Atocha alla salma del Generale che lo aveva voluto

re di Spagna. Poi andò alle Cortes a prestare il

giuramento di rito : e nessun giuramento fa più

lealmente — anzi sabaudamente — enervato.

Terzo atto: la visita di condoghanaa alla vedove

oci generac

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di colui che aveva perduto la vita par d irg li la

corone.