Table of Contents Table of Contents
Previous Page  1678 / 1769 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 1678 / 1769 Next Page
Page Background

V

i fu chi definì il quadro di paesaggio in rapporto

alta camera che lo contiene come una finestra

aperta.

Il paragone è abbastanza felice ed esso mi si

affaccia spontaneo alla mente ogni qualvolta mi

trovo di fronte ad un quadro che il paesaggio

esprime con verità, senza artifici e senza idealiz­

zazioni che stanno al di fuori della natura e che

rispecchiano non la natura stessa ma una deter­

minata tendenza di pensiero e di sentimenti del­

l'autore.

Ho allora l'impressione che il muro si sfondi,

che la cornice del quadro sia il telaio di una aper­

tura, e che il paesaggio, al di là del vetro, palpiti

vivo e reale nell’aria e nella luce.

A contatto con gli spettacoli grandiosi che la

natura presenta, l'anima umana depone il suo

carico di pene e di travagli, ritorna buona e serena,

quasi stabilisse un ricambio tra i veleni che l'im ­

bevono — prodotti tossici delta faticosa vita quo­

tidiana — e l'humus vitale, possente, eterna che

la natura irradia.

Nel chiuso di una stanza dove gli uomini si

muovono a stento e vivono soffocati, la visione di

un bel paesaggio stabilisce, sebbene in misura

minore, lo stesso fenomeno di equilibrio e di

purificazione, e sotto questo aspetto l'opera e la

funzione dell'Artista trascendono i lim iti mate­

riali dell'arte ed assumono la figurazione di veri

e propri benefattori dell'umanità sofferente.

Finestre aperte, ampie, piene di sole, che con­

cedono profondo respiro, dalle quali si osservano

orizzonti infiniti, albe, tramonti, nevi eterne,

vaporosi ammassi di nubi, larghi palpiti di mare,

serene visioni di boschi e di fiumi, ovatte bianche

e grigie che ingoiano cime e dirupi, pianure opime,

pascoli benedetti dal sole, sinfonie di tinte e di luci.

Ecco le finestre aperte da Leonardo Rodai

Rotonde, quadrate, rettangolari, ovali, grandi,

piccine. Aperte per tu tti, con generosità, con

getto continuo, infaticabile, consapevole della

funzione consolatrice della sua arte.

Tutto l'incanto della natura che egli sentiva

appieno, profondamente, egli imprigionò nella

magia dei colori, materializzò nei ristre tti lim iti

della tela, con agile pennello, gradevole freschezza

di tavolozza, con realismo delicato e fedele.

Roda Leonardo, nato a Racconigi 1*8 novembre

1868, visse quasi sempre a Torino ove aveva sta­

bile dimora e nella nostra città si spense il 4 maggio

1933.

Di statura media, la sua figura maschia e sicura

emanava un fascino cordiale ed avvincente. La

vivacità dello sguardo, l'espressione mobilissima

del volto, il gesto e la parola piani, facili, profon­

damente descrittivi, la versatilità del suo ingegno,

tutto in lui denotava Cartista equilibrato e comu­

nicativo.

Nato e cresciuto in Piemonte, in questa terra

prodiga di aspetti suggestivi, che muta paesaggio

e colore quasi ad ogni passo ed in ogni stag

dove la risaia, il mare ed i più a lti monti d'E

sono separati da meno di duecento chilo*

Leonardo Roda trovò nel paesaggio la sua

zione sicura che ebbe indubbiamente confa

spinta dall'ambiente artistico in cui si svilu

che segna appunto in Piemonte, in que lli

del tardo ottocento, tu tto un fervore di I

ed una fioritura di bei nomi di paesisti fra li

campeggia la figura mistica di Antonio Fon

Allievo diletto del Prof. Calderini d

amò sempre e ne apprezzò l'ingegno e l 'i

Roda si dedicò esclusivamente al paesaggio, «

di renderlo il più fedelmente possibile in tu l

-Aia